domenica 7 settembre 2014

La sofferenza che non conta.

In Iraq, i banditi del IS, mentre avanzano sequestrano tutti gli Yazidi che incontrano sul loro cammino. Oggi è toccato ad un orfanotrofio, con cento bambini all'interno. Oltre a decapitare i simboli della comunicazione occidentale, i miliziani del califfato costituendo hanno rapito tutte le donne che sono riusciti a separare dalle rispettive famiglie, spesso insieme ai loro figli. Delle une e degli altri fanno un uso sessuale, fatta salva la possibilità che alcuni dei bambini si "convertano" e si arruolino, anche a undici anni, nelle loro file. Le donne e i bambini vengono venduti come schiavi sessuali e/o da lavoro, secondo tariffari che prevedono - suppongo secondo le disponibilità economiche degli acquirenti - fino ad un massimo di 1.200 dollari. Lucrano anche sui riscatti, per diversi milioni di dollari, che se non vengono pagati danno luogo a documentate esecuzioni, secondo rituali da macelleria islamica. I Curdi, Assad di Siria e anche i Persiani, oggetto gli uni di ignoranza diplomatica e, gli altri, considerati nemici da abbattere, si sono temporaneamente riconvertiti in alleati degli americani in funzione anti-sunnita, anche se Obama non vuole intervemire in questa diatriba interreligiosa per non essere associato ad un'alleanza confessionale contro un'altra. Gli americani perseguono solo i loro interessi. Del destino disumano delle donne rapite e dei bambini abbandonati e anche degli uomini uccisi, nessuno si cura. Fu così anche per la mattanza umana e morale praticata dai Serbi verso i e le Kosovari/e, per dieci lunghi anni, fino a che, sul punto di vincere la guerra, furono osteggiati e travolti dalla resipiscenza bombardesca della NATO, vale a dire degli americani, quando il danno e l'eccidio erano stati irrimediabilmente consumati, come testimonia il mare di lapidi del sacrario, molto parziale, dei caduti. I nostri "meriti" riposano sull'omissione. Chissà se le donne cristiane, vendute o violentate ogni notte dalle soldataglie, saranno sollecitate a portare a termine le gravidanze, come accadde all'epoca delle gestazioni etniche jugoslave? Probabilmente non avranno neppure la possibilità di abortire. L'ottimismo per il futuro è quindi assicurato, così come ne è assicurata la futura delusione, il prossimo disinganno.

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