martedì 30 settembre 2014

A la guerre comme a la guerre.

Il pampa-Papa lo ha ribadito: contro gli islamisti del Califfato è necessario usare la forza. Lo penso anch'io, ma il Papa è un capo di Stato e rappresenta, più agli occhi degli islamici che ai nostri, l'autorità morale dell'Occidente, il successore dei Crociati. In realtà questo ruolo si è molto affievolito nei secoli, vuoi per le riforme nazionali del cristianesimo, sia per l'erosione che la società edonistica gli ha apportato, ma per chi, da quindici secoli, ripete gli stessi slogans, non è così, non può essere così. Casomai, queste prese di posizione rafforzano la convinzione di un asse collaterale, nascosto ma mai dismesso fra potenze temporali, le une impegnate sul piano militare, l'altra abbarbicata a benedirle esplicitamente o senza parere, per obiettivi di presenza ed influenza nell'area mediorientale, oggi messe violentemente a repentaglio dalle barbare milizie del IS. Insomma, volere o volare, il Papa si è schierato contro gli oppressori, ma sta di fatto che gli oppressi, in quell'area e in questa fase siano le antiche comunità cristiane, verso le quali i banditi del IS hanno portato un assalto distruttivo, spersonalizzante e annichilente sul piano morale e della trasmissione della tradizione. Doveva quindi tacere il Papa? Certamente no, ma non cerchi e non si illuda di far passare questa presa di posizione morale, ma anche politica, come un'ecumenica chiamata interreligiosa a "tutti gli uomini di buona volontà". Non è così e così non può essere, perchè anche l'affermazione che in nome di Dio non si può uccidere, è contraddetta dall'eperienza storica e dalla dottrina islamica, ma anche ebraica e finanche cristiana, tre religioni in una nelle quali l'aspetto caritatevole affianca ma non neutralizza l'aspetto guerriero, autotutelante e espansivo o missionario che dir si voglia. Solo l'ebraismo, pur predicando la ritorsione e praticandola, non si propone di convertire chicchessia, mancandogli la vulgata semplificatoria del catechismo o dell'inseganmento mnemonico nelle madrase o la semplice immersione in un costume arcaico. A la guerre comme a la guerre, quindi, ancora una volta.

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