sabato 6 settembre 2014

Violenza regina, "bona e mala".

Come a Ferguson, anche a Napoli alcune centinaia di abitanti del quartiere popolare del giovane "Bifolco", ucciso per eccesso d'identificazione col ruolo militare in territorio nemico, sono scesi in strada ed hanno violentemente contestato la "Benemerita". I poliziotti del Missouri, da un lato, hanno ancora interiorizzato un sentimento latente di razzismo, che viene alimentato dalla pigrizia, dalla incoltura delle predominanti popolazioni nere, discendenti di quegli schiavi sui quali si fondava l'economia fondiaria degli Stati del sud. Rozzi ed incolti lo sono entrambi; i poliziotti mal pagati stanno dalla parte della "giustizia" e difendono la proprietà messa barbaramente a repentaglio dalle continue sopraffazioni dei negri, affrancati dalla schiavitù, ma lasciati in una condizione "naturalistica", in un contesto mercantile e pubblicitario, nel quale vogliono essere percettori furtivi e protagonisti per audacia e prepotenza, anche fra di loro. I tutori dell'ordine ( di chi? ) possono ucciderli a man salva; le scuse sono sempre pronte e questo alimenta e incista il senso della caccia di cui sono predatori o prede, per puro stigma sociale, anche quando non fanno niente. Anche a Napoli, i manifestanti hanno evocato la mattanza dei ragazzi senza il casco e la bugia eretta a sistema, quando sul sellino posteriore di un motociclo, neppur travisato da un casco, un segugio "occhio d'aquila" individua un latitante e, per evitare che latiti, spara al conducente. Si dirà, da parte dei benpensanti, di cui i proletari "benpensanti" in divisa sono i tutori a debita distanza, che non c'è barlume di novità in tutto questo e, purtroppo, è vero. Cambia - non per loro - lo scenario di riferimento di queste contrapposizioni senza dottrina, né organizzazione, nelle quali il senso della barbarie si fa sempre più nitido, nelle barbare società che le "all-news" ci portano in casa ora per ora. Il gioco a guardie e ladri si fa infatti mondiale e, in esso, le forze a tutela degli equilibri inclusivi, si impegnano, con compensatoria violenza, contro un'archetipo di potenziale "deviante", mentre solo loro possono "deviare" in forme socialmente ma non esplicitamente approvate, fuggendo spesso di fronte al confronto sul campo, quando non è supportato da una lunga preparazione, dalla sorpresa e dall'azione di squadra. Chissà se il pampa-Papa telefonerà ai genitori del "Bifolco" ucciso?

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