giovedì 11 novembre 2010

Milone

E' l'autoconvinzione di possedere qualità superiori che ostacola qualunque sistema meritocratico. La ruota cromatica che accompagna ogni banale iniziativa di questi pavoni ed il favore che la clientela più danarosa riserva a chi, fra di loro, ha saputo efficacemente arruffianarseli, rendono poco credibili i conclamati, troppo conclamati, principi. La sospettosa ed incessante contesa che anima questi venditori di se stessi, attraverso le loro presunte competenze - oggi così diffuse e parcellizzate da essere soggette a rapida obsolescenza - è quanto di più deprimente e, paradossalmente, divertente a cui si possa assistere. Nessuno vuole tirare la volata agli altri, alcuni, invece, si propongono di sfruttare la scia, avendo ancora una scarsa familiarità con gli avventori, fruitori dei nostri servizi. La contesa è celata dalle convenienze, così come le convenienze costituiscono una captatio benevolentiae, nell'auspicata ipotesi che possano trasformarsi in veicolo o volano verso di sé, di opportunità commerciali. Il tutto suona falso fin dall'inizio, ma con il tempo si manifesta attraverso una meccanica di "verità", fatta di attenzione a non prestarne troppa, di approcci superficiali e fuggevoli, di fin troppo trasporto verso i potenziali benefattori, quando si appalesano. Se si accorgono di un trattamento preferenziale, da parte di qualche sportellista, sopratutto a fine anno, per i rush C/C, vengono meno anche i convenevoli e, non potendo inimicarsi i veicolatori, si abbattono sul seduttore scorretto. Cose viste e riviste, caro Milone, sempre uguali, generazione dopo generazione. Come? Ne soffro o ne ho sofferto? Ti giuro che non, anzi, insieme ad altre scenette, queste rappresentazioni mi hanno sistematicamente divertito, attraverso i particolari apportativi dai diversi interpreti. Sono stati una piccola e sistematica conferma di un aspetto - che tende a diventare totalitario della natura, si dice, umana. Resto scettico sulle potenzialità dei meriti, almeno in questa vita, e non ho mai pensato di arruolarmi nel meccanismo deterministico dell'usura vitale, sistematica pur priva di scosse. Non sono mancate le difficoltà..che non sarebbero mancate comunque. Nel tuo Gymnasium, Milone, non ti servi della retorica o di involuzioni lessicali, per stabilire chi vale e chi non. E' un criterio limitato, ma come tutti gli altri.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti