martedì 26 febbraio 2013

Sussurri e grida.

Adesso, l'unica cosa da non fare è farsi coinvolgere dalla masturbazione mentale dei commenti accompagnatori alle adusate ed abusate strategie parlamentari. Il risultato andrebbe rispettato, la fotografia sociale accettata. L'atteggiamento della Unione europea è in queste ore molto più composto e, dopo aver cercato fino alla vigilia, di influire sulle propensioni, prende atto ufficialmente della volontà popolare. La reazione scontata dei mercati finanziari, la chiusura ermetica dei possidenti, che hanno già da tempo spostato i capitali a Singapore, lontano dai confini nazionali, è stata altrettanto prevedibile, solo più radicale, ruvida e glabra. La mascheratura devota, l'ipocrita profusione di principi, con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni, non è stata tentata. La stratificazione sociale è di nuovo netta, ma, a rappresentarne una parte, potenzialmente evolutiva, non c'è più un partito, struttura di contenimento di equilibri e interessi consolidati, più o meno importanti, c'è un movimento che può rappresentare la coscienza civile, finalmente attiva, anche se è fragile ed esposto ad ogni sorta di malizia parlamentare. Però, finalmente, lo spread non è stato determinante e con piena consapevolezza delle democratiche scelte. L'Italia ha reagito in maniera più matura della Grecia, che si è rifugiata nella retorica, senza riferimenti concreti, di Syriza e che deve convivere con una destra parlamentare ed extra, di picchiatori e di assassini ( sono già due gli extracomunitari accoltellati a morte, mentre numerosi sono i percossi e i danneggiati )mentre i pensionati coronano la loro vita accorrendo a frotte alla distribuzione gratuita di ortaggi, non più commercializzati, nei centri abitati. I felpati sussurrii dei retro-bottega sono stati finalmente sovrastati da un vaffa'n culo ciclopico, che si è levato ammonitore di tutti i sepolcri imbiancati e che deve mantenersi anche se, per sciagurata ipotesi, il proposito non riuscisse a confermarsi nel tempo o si rivelasse truffaldino. Gli esegeti del potere, macro e micro, si contorcono cercando di coinvolgerci nei loro filosofemi, sulla governabilità degli eventi che li riguardano di riflesso, dato che fanno la lampada per gentile concessione dell'incancrenita consorteria del privilegio sedimentato, che è ora che conosca una nuova diluzione e una dinamica più, sempre più, diffusa. Purtroppo, ma non c'era da aspettarsi altro, i ricchi si sono rinserrati dietro le rassicuranti sparate di Berlusconi ed hanno cintato il ricco territorio lombardo, senza rendersi conto o infischiandosene dell'influenza profonda della mafia nel loro territorio. E' bastata l'incauta affermazione bersaniana per la quale "chi ha di più, dovrà pagare di più", per provocare un contro vaffa'n culo particolaristico. Sarà bene non menare più il can per l'aia con i "valori comuni": non esistono. Il cacciaballe di Arcore, ha distrutto, dopo averlo creato, l'improvvido Fini, già creatura di Almirante, avventuratosi maldestramente nel vasto e agitato pelago della forza e della ricchezza, dove ha dovuto prendere atto di essere solo un borghesuccio elegante di provincia, vaso di coccio fra vasi di ferro, persino zimbello del navigato Casini, che, per qualità politica, è simile a lui. Berlusca si sarà ubriacato, come aveva promesso e si sarà rigenerato con le sue puttanelle, che lo mantengono e lo manterranno vivo e vivace fino alla morte, in una condizione esistenziale ben diversa da quella dei suoi coetanei pensionati. La vita la fanno le persone, non le entità che sono esterne ( estranee ) alle persone e diversi ne sono, oltre che gli esiti pratici, i riferimenti di costume e le mentalità. L'etica e la "poetica" di questo Paese, macerato da secoli di dominazione mercantil-feudale ( vedi il caso del Monte Paschi ) e di morale cattolica, con ampia facoltà assolutoria, sono solo l'omaggio ipocrita al vizio: soldi al sicuro, padri che cedono l'attività, l'avviamento o la professione ai figli al compimento del levitico; una successione mercatoria dinastica, corredata, ai nostri tempi, da titoli inventati o coniati per sussistenza da Università affamate, anche su base triennale. In un contesto di questa natura, una ventata di giovinezza, di quella che non dipende esclusivamente dall'anagrafe, si è propagata improvvisa ma non imprevista. Speriamo che sia un nuovo inzio; speriamo che non riescano, ancora una volta, a farla sfiorire.

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