giovedì 2 aprile 2015

Le certezze di Babele.

E' impossibile intravedere e discernere gli approdi della crisi economica ed esistenziale in cui siamo da molti anni immersi. I processi di ristrutturazione della società economica e delle sue varie componenti sono in corso da molti anni in più risptto a quelli crisaioli che vengono continuamente citati. Quegli abbozzi vengono portati a continue implementazioni, ripetizioni costanti di un modello che ha creato disagi, perdita d'identità e, in un numero molto più limitato di casi, almeno fino ad ora, a situazioni di disperazione. Il disegno, se di calcolo si tratta, o l'obiettivo, va avanti a prescindere; il suo scopo è il sovvertimento del sistema dei diritti e delle garanzie per consentire un accumulo forsennato di risorse in poche mani, prima di ammansire il gregge con una riproposta stabilità, che si attesterà ad un livello inferiore. Nel frattempo - sono già passati, dal suo esordio, ventitre anni - la falsa rivincita degli invidiosi e dei negletti si continua ad esercitare per via giudiziria, senza che l'azione forte, ma ancora insufficiente, delle Procure scalfisca una mentalità ed una prassi di commistione fra economia reale e sovrastruttura corruttrice, fra "unzione delle ruote" ed efficacia dell'ingranaggio. Nessuno crede, ai vertici, nella crescita tramite il lavoro e cerca di capitalizzare il tempo che fugge in forme "rapinose". Ogni periodo storico conosce i suoi prodromi e giustifica i suoi esiti a posteriori, secondo scuole di pensiero o interessi interpretativi dissimulati di "scientificità". Questo avviene, a beneficio di chi può leggere e di chi studia, quindi delle classi borghesi sufficientemente "comode" o "comodissime", quando si ristabiliscono gli assetti, in una condizione, cioè, di fatto compiuto. Per i più acculturati e "curiosi" si elaborano veri e propri testi di storia del giorno dopo o, a distanza di tempo, raffiguranti un'epoca. Ma, nel caos che ha originato i "fermi" risultati di un altro breve periodo sociologico, le cause - se di cause ragionevoli si può sperare di parlare - mi confondono e si camuffano, ci lasciano incerti e speranzosi in una nuova e futura "rivelazione".

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