giovedì 30 aprile 2015

Morti ignominiose, morti senza nome.

A Baltimora Freddy Gray - ma potrebbe chiamarsi "Nessuno" è morto per le carezze della polizia, prevalentemente bianca, negli Stati razzisti del sud. Il Presidente Obama - che approva o disapprova ogni giorno una lista di omicidi mirati - ha fatto una dichiarazione sofferta: non credo che tutti questi fatti siano occasionali. Sembra nato ieri. I neri americani rappresentano per l'etnia bianca una razza diversa, inferiore e sopportata per effetto di una legge nella quale non si riconoscono. I neri sono, per la gran parte, i meno istruiti e i più trascurati nel fisico, nei modi e nel reddito della popolazione periferica. Loro stessi, nella stragrande maggioranza dei casi, non si sentono integrati, alla pari, ma un'etnia a parte e vedono nei bianchi degli avversari sempre all'erta e dei potenziali persecutori. La microcriminalità è, per inerzia, molto diffusa fra i ranghi "colored" e tutto questo, mescolato, alimenta il pregiudizio. La realtà è che, mischiati nei centri cittadini, i bianchi non sopportano i negri e questi ultimi sono attratti per reazione dall'importunarli o peggio a farsi valere con gesti di costante provocazione. La polizia, che cosciente o inconsapevole, difende con la sua divisa "istituzionale" i costumi dominanti e forse teme l'esuberanza fisica dei negri, gioca al tiro a segno o, quando è soverchiante numericamente, li ammazza a suon di botte, sulla pubblica via o all'interno dei luoghi di prima detenzione. Anche nei Paesi più scassati d'Europa, come l'Italia, questo fenomeno di ibridismo e violenza - dovuto a valenza storiche diverse, ma a pregiudizi e rifiuti comuni - si verifica con sempre maggiore frequenza e numerosi sono i casi venuti - ma solo recentemente - alla luce, senza che i colpevoli venissero concretamente sanzionati. C'è voluta la costanza della madre di un ragazzo ucciso a Ferrara perché i responsabili ne pagassero, parzialemnte e con molte attenuanti, le conseguenze. Quando l'affievolimento di pena riguarda invece delinquenti senza divisa, "l'opinione pubblica" è sempre sentenziosa e forcaiola; per i "propri" tutori dell'ordina non si muove un fiato. Anche della mamma che, a Baltimora, schiaffeggia il figliolo sorpreso a manifestare, del vecchio e alienato reduce dal Vietnam che si interpone fra i manifestanti e la polizia, come in un film "vintage", non c'è da farsi meraviglia: sono sensibiltà caute od esperte d'occasione. A Lima, una mamma ha preso a schiaffi suo figlio che, non riconoscendola le ha rivolto apprezzamenti sessuali, come andava facendo lungo la strada, insieme ad un amico. Le sorelle Williams, agli Internazionali di tennis degli Stati Uniti, che Serena ha vinto, sono state fatte oggetto di una violenta e prolungata sequela di fischi dagli spalti gremiti di bianchi e non se ne sono date particolare pena: ci sono abituate. Fra i principi di Liberté, Fraternité, Egalité e il senso del popolaccio, bianco o nero, in divisa, in marsina o in bermuda, c'è lo iato di un'istintività presuntuosa, nella quale chi si identifica nel modello prevalente snobba, offende e reprime quelli che, per reazione gli rendono, più nei modi che nelle circostanze concrete, la pariglia e di cui temono istintivamente un'impossibile sovvertimento dei ruoli, che la polizia impedisce. I poliziotti non sono notoriamente degli illuministi e spesso, come nel caso della Diaz di Genova, invidiano i manifestanti - fra i quali non ci sono i figli dei loro padroni di fatto - che saranno "dottori" e li trattano di conseguenza. Sarà sempre così.

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