lunedì 6 aprile 2015

Il triste carnevale.

L'Italia conduce guerre segrete in ogni angolo del mondo. Lo fa attraverso corpi specializzati, talvolta in autonomia, ma mai per iniziativa unilaterale, talaltra sotto il comando anglo-americano. E' strano che sia ancora esente da attentati sul suolo nazionale. Il doppiogiochismo diplomatico è una nostra caratteristica storica: evidentemente svolgiamo un'azione di supporto specializzato agli eserciti invasori o alle intelligence che contano. La difesa della Patria, quale sacro dovere del cittadino, è superata come la leva militare. Il mondo rischia di scapparci di mano e la difesa energetica dello Stato deve esercitarsi presso le fonti. Pare che i nostri soldati anonimi siano molto apprezzati e gli alti comandi possono baloccarsi con i droni e il meglio della tecnologia militare convenzionale, alla faccia della congiuntura economica e del debito irredimibile dell'Italia verso i paesi più forti dell'eurozona. Israele, smaccato dall'accordo che Obama ha voluto stringere con l'Iran, preconizza sfracelli, la nuclearizzazione dell'area medio-orientale, che ha inaugurato da decenni, la possibilità d'acquisto di armamenti nucleari degli Stati arabi alleati, ma infidi, degli Stati Uniti. Il Presidente uscente degli Stati Uniti, pur prudentissimo nel corso del suo mandato e mezzo, sta tentando di assestare un colpo all'unilateralità delle alleanze strategiche americane nell'area petrolifera e di aprire un dibattito che coinvolga paesi canaglia, casomai per sovvertirli, come è capitato a Saddam Hussein e all'autoriciclatosi Gheddafi. Intanto la Grecia si appresta a ripristinare il sistema del serpente monetario europeo, attraverso il ritorno alla dracma con cambio correlato all'euro, il miglior sistema che sia mai stato elaborato finora, senza togliere, con la sovranità monetaria, l'autonomia agli Stati più deboli. La politica si può infatti esercitare, a differenza della finanza, solo entro i confini nazionali. Il Papa continua a ricordare i cristiani perseguitati in zone nelle quali sono minoranze. Nei Paesi dell'occidente liberal-massonico, la religione è ignorata e le sue istituzioni, in funzione della quantità stimabile di fedeli, hanno un'influenza politica più o meno rilevante. Condizionante in Italia, a prescindere dalla fede. La cristianità sottoposta a stragi e sevizie non viene tutelata in quanto tale, lo sarà, al massimo, quando la geopolitica bellica ed energetica lo richiederà per tutt'altri fini. La schiavitù alla quale sono state ridotte le donne yazide, i continui rapimenti in Nigeria, l'azione nei e oltre i confini, in Somalia e in Kenya, vogliono rimarcare l'estraneità culturale di cui i cristiani si renderebbero portatori in terre islamiche, per conto dei colonizzatori. Che questo sia avvenuto storicamente è fuor di dubbio e non mi sentirei di escluderlo neanche nelle confuse ed ibride contingenze attuali che i fondamentalisti vogliono discernere e "chiarire", anche perché non accettano la concezione delle libere religioni nell'ambito del libero ordinamento degli Stati. Wojtyła seppe attendere dieci anni per richiedere l'intervento della NATO contro i Serbi ( già decisa, per altro ) per evitare che, dopo i Bosniaci, sottomettessro i cattolici Croati. Il gesuita-francescano sembra annaspare nella "misericordia", ma la situazione è molto meno definita e ben lungi dal pervenire ad un chiaro epilogo. Intanto si continua a morire in forme emblematiche e nascoste. Oggi, fra allocuzioni di persone che avevano perso la loro attività lucrosa e che non sapevano a che santo votarsi per il futuro, ho sentito parlare di scelte cinematografiche, di belle giornate che ci attendono ( non da parte dei diretti interessati, ma delle loro compagne ), taluni si seccavano con le mogli che rendevano pubbliche situazioni crescenti di disagio, che dovevano rimanere sconosciute per ragioni d'immagine, soprattutto commerciali. Oggi, economica gitarella fuori porta, domani, come ieri, nel vaniloquio generale.

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