martedì 21 aprile 2015

Quando il regno non è di questo mondo.

Il discorso papale sulla misericordia e l'accoglienza ai profughi è paradossale: un puro idealismo decontestualizzato. I milioni di potenziali profughi che approderebbero sulle nostre coste, non sono accoglibili, né integrabili. Non c'è lavoro e non ci sono soldi. La popolazione di uno Stato o di un continente non può raddoppiare per ospitare popolazioni incongrue, senza distruggere le basi della propria civiltà. Non ci sarebbe neppure migrazione se non fosse organizzata nei minimi dettagli da ex funzionari di regimi dissolti dall'irrazionalità del Presidente Bush e del presidente Hollande: senza il business del trasporto via mare e una rete, in via di formazione, di stampo mafioso, nei paesi d'arrivo, i disperati continuerebebro a disperarsi a casa loro. Il superamento dei limiti finanziari e il conseguente dissolvimento dei precedenti regimi, ha aperto una lacuna monumentale nella coesione sociale e familiare di quelle genti, poverissime anche prima. L'anarchia ha prodotto guerre intestine, la formazione di milizie bene armate dai trafficanti internazionali, agenti di commercio della trafugazione dai magazzini delle fabbriche d'armi nazionali: un mercato parallelo. Si fugge nella speranza di sopravvivere, nel vuoto più assoluto, a meno che le mafie instauratesi negli approdi ambiti, riescano a riveicolarli per nuovi scopi di lucro. Il Vaticano se ne è uscito oggi con una proposta insensata: la Grecia paghi il suo debito accogliendo tutti i profughi e - sottinteso - la U.E. mantenga gli uni e gli altri. Ma i Greci non arrivano a dieci milioni, otto dei quali concentrati nei centri urbani. Come potrebbero convivere con popolazioni analfabete, defedate, professionalmente inutilizzabili? Chi potrebbe pagarli? Si produrrebbe una novazione di nazionalità, fra pochi epigoni in decadenza di antiche civiltà e plebi disperse prive di identità, di istruzione e di prospettive. Per questo vengono trattati come pacchi da recare sulle coste meridionali dell'Europa e riguardati come schiavi, senza rispetto. L'appello alla salvaguardia della loro comune umana dignità va rivolto non solo agli europei, ma soprattutto ai loro aguzzini, ma non lo si fa perché ne risalterebbe l'assurdità. Ma la colpevolizzazione di chi non potrà accoglierli è una pietistica e pietosa iporisia, un sermone senza fondamento.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti