giovedì 30 aprile 2015

Contestatori post-politici.

E' sottinteso che ci contesta l'Expo si attribuisce la rappresentanza delle classi subalterne che da queste kermesses economiche non traggono beneficio alcuno. Le manifestazioni "contro" sono state e sono tipiche di ogni evento di grande impatto internazionale. Fu così all'epoca delle Olimpiadi di Città del Messico, dove la repressione causò decine di morti, è stato così per il G8 di genova; in Brasile, prima degli ultimi campionati del mondo di calcio i dimostranti hanno richiamato l'attenzione sui favelados, a milioni in quello che nell'Ottocento fu un Impero degli stracci. L'unica novità questa volta è il pampa-Papa anche se, secondo me, non è pienamente credibile, nel senso di incompreso, circa il senso delle sue dichiarazioni, per altro incontrovertibili nell'espressione, circa l'ignoranza delle esigenze dei poveri che il mercantilismo fine a se stesso non può che far trascurare. Intanto aumentano le misure preventive, che non servirebbero a niente, insieme a quelle repressive, che serviranno solo a mettere la mordacchia a strati sociali in condizione di non nuocere, almeno pesantemente. L'istituzionalizzazione delle manifestazioni pubbliche è rivelata anche da identiche modalità sicuritarie, adottate contro sospetti di intemperanze in previsione del Primo Maggio. Ci aspetta una democrazia espositiva e concertistica, di puro svago e celebrativa del consumo discount.

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