domenica 1 giugno 2014

Inavvertenze.

Quaranta morti in Nigeria in una zona spesso oggetto degli attentati di Boko Haram. Dev'essere stato un bel botto, in quello stadio, durante una partita di calcio. Gli islamici sono all'attacco nelle zone limitrofe, energeticamente, al mondo che consuma le loro materie prime, senza che da questa ricchezza venga un piano di crescita autonoma. Anche l'italiana E.N.I. ha molte cointeressenze in quel Paese di cento milioni di abitanti e nel quale la parte cristiana, oltre ad essere la più proclive in termine di corruttività, controlla le fonti energetiche a beneficio delle corporations inglesi ( ex coloni ), nord americane ed europee. I guerriglieri di Boko Haram non sono certo più evoluti, ma sono il braccio armato di Al Qaeda e di molte sue filiazioni locali. I guerriglieri, la cui organizzazione deve essere molto ben ramificata e fondarsi sull'alleanza muta di buona parte della metà musulmana della popolazione, non sono più evoluti dei loro committenti e dei loro dirimpettai cristiani, ma non è questo il loro compito, per il quale, anzi, una qualche forma di evoluzione sarebbe ostativa. E questo compito da bruti, a metà fra il piacere sadico della dominanza e della distruzione e l'invasamento religioso e mistico verso la vittoria nella jiad o il sacrificio nel martirio, li rafforza patrimonialmente attraverso i riscatti e contribuisce a formare certamente delle gerarchie economiche e di comando al loro interno. Sta di fatto, che le interpolate autorità nigeriane non ce la fanno, neanche lontanamente, ad impedire gli attentati e ad arrestarne gli autori. La guerra globale per procura è molto più prossima, almeno ai nostri interessi ed alle nostre comodità, di quanto il provincialismo domestico ci consenta di apprezzare.

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