mercoledì 18 giugno 2014

Ascesi immaginifiche.

Non ci crederete ma nell'Ucraina russofona, combattono al fianco delle milizie reduci dalla Cecenia, volontari di altre nazionalità: le più disparate: Fra costoro, seguaci di un filosofo locale che mischia apparenti nostalgie comuniste con archetipi nazisti, alcuni italiani, organizzati in milizia nazionale e rappresentati da un tricolore con al centro la stella rossa del socialismo che fu al potere. La confusione mistificatoria del guru ucraino di tendenze russofile non è importante; quel che colpisce è che a rimpolpare le brigate sedicenti rivoluzionarie, in realtà ripiegate all'indietro e all'indietrissimo, accorrono giovani devoti di pensieri astratti e battaglieri, in una sorta di monachesimo templare. Gli italiani erano accorsi in Spagna per opporsi al poi vittorioso franchismo, ma almeno erano inquadrati nelle organizzazioni internazionali comuniste; Garibaldi, come il Che Guevara, ritentò l'insurrezione, vittoriosa in Italia, in Sud America. Fino alla fine, si direbbe, in una continua ricerca di un nemico ideologicamente immaginato, al fianco, come falangi suicide, di ben altre e concrete intenzioni. Dalla Legione straniera, per combattere all'ombra di una bandiera, alla bandiera rattoppata di un'Italia particolare, nella quale i miti dell'internazionalismo e della solidarietà di classe, si confondono con il pastrocchiato pensiero di un improbabile "maitre a penser" ucraino.

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