martedì 24 giugno 2014

Cannibali.

C'è un certo Suarez, uruguaiano, che passa di squalifica in squalifica, perché addenta gli avversari. Oggi, infastidito dalla ruvida marcatura di Chiellini, lo si è visto saltare, inerpicare il capo e - così sembrava - calare una testata sul nostro difenzore. In realtà stava avventandosi, come un predatore, sulla spalla del mediano, per addentarla a morte, come risulta dalla chiostra perfetta impressa sulle carni pur protette dalla maglia. Gli uruguaiani sono sempre stati celebri per la loro tradizione di picchiatori e, in questa occasione, si sono superati o, per lo meno, si è superato, confermandosi, il dentato centravanti, per il quale il suo fisioterapista ha sospeso la chemioterapia. A Suarez serve un etologo che ne ricostruisca le latebre incompiute della sua evoluzione; in lui l'agonismo senza razionalità, un'istintualità strana, da predatore, prevalgono su tutta la congerie di scorrettezze, dissimulate o violente, che caratterizzano questo mondo di primitivi, partecipi di un mondo greve, fatto di disonestà sistematica e di partite truccate. Dopo il lavacro di calciopoli, i nostri arbitri, che erano fra i più compromessi, sembrano i più affidabili: se si paragonano, infatti, gli arbitraggi degli ultimi campionati con i palesi favoritismi esibiti in questa fase eliminatoria dei campionati del mondo per squadre, non si può fare a meno di constatare che in moltissimi paesi esoticii, calcisticamente e non, la corruzione e i favoritismi la fanno sfacciatamente da padroni. A tutto questo non è estranea la FIFA, che, come i calciatori, alle sue scandalose prebende associa le tangenti che servono a favorire questa o quella magnificenza di Governi di popoli poverissimi od arretrati. I campionati in Quatar, coperti mediaticamente da Al Jazeera, insieme alle guerre imperialistiche ed alle prodezze del terrorismo islamico, da chi saranno egemonizzati? Avremo qualche nazione araba almeno nelle semifinali del torneo, come è capitato tutte le volte che gli inutili, costosissimi e monocordi tornei, sono stati indetti in luoghi per l'innanzi ai primordi della abusata e popolaresca specialità. I cannibali non sono solo in campo e spesso addentano mazzette di denaro, icone grossolane dei tempi che corrono e dei valori comprensibili in questo contesto.

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