lunedì 23 giugno 2014

Renziadi.

Il grullesco Presidente-Sindaco con il suo Cardinal Mazarino, sindaco a sua volta, cioè nominati sulla base del dosaggio tosco-emiliano all'interno del PD, che ha visto il designato raccogliere tutti i suoi consensi in Emilia-Romagna, insiste, da buon cattolico, nella controriforma, più dichiarata che attuata, delle Istituzioni parlamentari. Quando ho sentito parlare di un Senato da cento membri, mi sono detto: è stata anche una mia modesta opinione, sulla base, ovviamente, del Senatuspopolusqueromanus. Una camera alta, deputata alla doppia lettura di qualità e competenza. Ebbene, come se ne viene fuori il gigione? Un Senato di cento membri, nominati dagli Enti locali che, così, potrebbero sbarazzarsene, mandandoli a malaffare in Parlamento a rinforzo delle mille malefatte, grandi e piccole, di cui si sono resi protagonisti, in loco, dai rimborsi gonfiati e malimpiegati, all'Expo, al Mose e via sprecando. Tanto è vero che costoro, non si vede in base a quale principio anticostituzionale dovrebbero esere esenti dalla giurisdizione. Loro e solo loro (per ora ). Si vuole decentrare il malaffare? Sembrerebbe di sì. Lo si vuole articolare in forme aggiornate e più elastiche, come usa dire, flessibili? Si tratta allora non di una rottamazione, bensì di un ripristino diffusorio e dissimulatorio della vecchia, anzi eterna politica italiana, in un'apoteosi di motteggi e sberleffi incompetenti - vintage democrstiano - da meritare una immediata cassazione. Vedremo come evolveranno le cose, ma il renzismo deve finire senza apportare i danni promessi e finora non attuati.

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