martedì 17 giugno 2014

Gesti volutamente incomprensibili.

Yara Gambirasio, quattro anni dopo, trovato un uomo,figlio naturale di un autista del medesimo paese nel cui circondario è avvenuto il delitto. Una confidenza o una vanteria, rivelata dal destinatario dopo decenni da che l'aveva ricevuta, ha indirizzato gli inquirenti ad una donna ottantenne alle quale è stato applicato un tampone salivare, con caratteristiche compatibili con il DNA tratto da una maccia di sangue trovata sugli abiti della vittima e che non le apparteneva. Ecco chi è il figlio dell'autista. Un quarantaquattrenne muratore, padre di tre figli. Non sono cronache metropolitane inglesi o nord americane, riguardano invece la campagna, i paesi dove tutti si conoscono, si dice. Sabato sera, prima di recarsi alla partita con amici in un pub della zona, un marito e padre benestante della provincia a cavallo fra un'inclita cittadina e il capoluogo lombardo, prima di uscire di casa, ha fatto l'amore con la moglie, l'ha sgozzata e poi ha ucciso anche i due figlioletti di cinque anni e venti mesi. Decisamente, un'intenzione di piazza pulita rispetto a tutta la sua vita precedente, che l'ha portato a perderla e a farla perdere. Non sono certo che si tratti di fenomeni recenti, nei quali individuare un travisamento dell'ego, del super ego e finanche dell'es, nelle sue espressioni utilitaristiche che, con razionale analisi, la polizia scientifica smonta quasi sempre. Dico che non sono certo della novità antropologica di questi eventi, perché sospetto che si faccia pubblictà solo ai casi più emblematici dal punto di vista dell'apprezzamento sociale comparativo - tanto è vero che i magistrati si sono lagnati delle pubbliche vanterie del ministro Alfano e lui dei dettagli svelati ai giornalisti, mentre si ometta la piccola ma violenta e, talvolta, anche omicida, cronaca quotidiana dei deliri domestici. Chi, per anni, ha fatto la guardia medica, all'inizio della sua carriera, al pronto soccorso di un ospedale cittadino, mi ha parlato della processione di tumefatte, ferite a bottigliate, nel corso della notte, prima che il chiarore riportasse le apparenze alla consuetudine. Le bambine, un tempo, non avevano caratteristiche da atlete o madamin, da studentesse o, comunque, da omogeneizzate potenzialmente borghesi e non ci si preoccupava più di tanto se qualcuno, in paese o fra gli amici, si prendeva delle precoci confidenze: a dodici anni, nel diritto civile che ho studiato, ci si poteva sposare, assumendo, ispo facto, la maggiore età. Solo il rifiuto, la resistenza, senza cedimenti, causava la morte della vittima, due volte. Altrimenti la vittima subiva e taceva. Anche chi aveva visto, sentito, capito, faceva finta di niente. Chiara Poggi e il suo algido-fidanzato assassino, inafferrabile sul piano probatorio, Sara e Omar, mi pare, che fanno la posta alla madre ed al fratellino di lei, mente e promotrice del delitto, e li eliminano, mentre il padre che rientra tardi, la scampa. Nel passato recente, Vilma Montesi, Rina Fort, più dappresso Elisbetta Cesaroni, anche lei senza giustizia. Sollecito-Knox, con condanna solo nazionale, il caporale-istruttore e chissà quanti episodi ancora mi sfuggono. Le prostitute - termine riduttivo di una condizione comunque disumana - immolate, non solo dalle conventicole che le organizzano e che le sfruttano, ma anche da clienti ritualisti, come in certi film porno per ricchi amatori, nei quali alle sevizie si accompagna, per eccesso o perché ricercata, la morte. Gli omicidi seriali, celebrativi di archetipi nascosti di morte, di paganesimo sacrificale. Non mi interessavano e se ho cominciato a memorizzarli è stato solo per la loro, ormai normale, ripetitività. E' tempo di cominciare a spiegarli, non con sociologica assertività o con criminologica dottrina: bisognerebbe, lasciando a chi ha questo compito, di giudicare, addentrarsi nei meandri ambientali, familiari, personali e storicamente personali e nelle sinergie o nei contrasti ed irriducibilità, che si creano fra questo e quel profilo psicologico e spiegarne le ragioni, casomai secondo una logica etologica o propria alle circostanze ed ai caratteri, alle psicopatologie della vita quotidiana che ci sono certamente e non vanno lasciate alle latebre del pregiudizio e della facile sentenziosità, come capitò al freudismo, fino a non molto tempo fa inviso all'Italia cattolica, scaturita dal fascismo, dopo l'ultima guerra. . Non lo si fa, invece, perchè si teme di mettere un sigillo, un imprimatur, su fatti che si preferisce lasciare ai luoghi comuni, pieni di complici omissioni, della gente.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti