giovedì 22 settembre 2016

Strumenti d'altri, i necessari recettori di un'involuzione nei "nuovi" cinegiornali Luce.

Si ricevono, dalle circostanze più occasionali ed inaspettate, delle sensazioni precise, non diverse da quelle maturate in costanza di rapporto, con persone certamente diverse da noi, anche se, in termini di interessi, di lavoro, di impegno sociale, da avamposti ben distinti seppur collaborativi, di una diversità che ci conferma in sintomi di malessere e di pregiudizievole ostilità. Nonostante che i tempi siano trascorsi e che quel sodalizio di mestiere si sia finalemnte sciolto, permane un sentimento frustrato di invidia, competizione, di aspirazione alla prevaricazione. Si tratta, alla luce prospettica della distanza temporale, di una malattia della personalità, chissà per quali ragioni, esperienze, traumi, aspettative deluse, aspirazioni al soddisfacimento egoistico ed alla prevalenza di dottrine omologanti che si sono dissolte. Si tratta cioè di un malessere che è sintomo di una malattia, che reincontrarsi rinfocola, nei termini di una chiusura assediata, aggressiva verso l'esterno e del timore di una possibile influenza, di un contagio invalidante al quale concorrono figure ignare e inavvertite della personalità che in loro si è rifugiata, dandogli rifugio. Per converso, assecondando le richieste legittime e garbatamente espresse, in un contesto selettivo, guardingo e inquisitorio, non si provocano, come a qualcuno piace pensare, situazioni macchiettistiche premeditate: si evidenziano solo e da sole determinate situazioni paradossali e ridicole, da cui il contesto, per un attimo non più esclusivo ed escludente, non è ossessivamente salvaguardato. Su questo scenario, architettonicamente disomogeneo, nel quale qualcuno ha cercato, voluto, disegnare la propria memoria funeraria per i posteri, edificando, per suo conto, un bel palazzo, senza però tener conto di planimetrie e piani regolatori. per cui, lungo le via storiche, ciascuna costruzione è ammirevole per la sua fattura specifica, ma fa a cazzotti, con ciascuno degli altri palazzi. Ciò non ostante, per debolissima facoltà, almeno di dissimulazione, lungo gli stessi, comuni tratturi, nei quali si consumano tutte le bassezze dell'opulenza sprecona e del bisogno, anche moralmente miserabile, gli ultimi bottegai frignano e chiamano la forza pubblica, per evitare "scarti" da parte dei clienti e se, nonostante i borseggi e i numerosi civici per appuntamenti, un barbone, comunque un cittadino che transita per i luoghi comuni, stanco, si siede e si sofferma, ecco che da qualche feritoia viene scorto e denunciato alla vigilanza urbana, che, purtroppo, con una scusa, lo allontana, lo manda a nasconsersi, come se quel tratto di marciapiede fosse - ed in effetti è - oggetto di apartheid per lui. Più di una indagine sociologica sul campo ha acclarato che, negli ultimi anni, rispetto ai precedenti, è aumentato il numero delle persone che non si curano più di controllare, sui due lati, il traffico mentre attraversano la strada e che, lungo i marciapiedi, numerosi sono coloro che parlano da soli. Il consumo di psicofarmaci è decuplicato in meno di quindici anni e i presidi psichiatrici di quartiere, curano, ma soprattutto tengono sotto osservazione, i disturbati del circondario. Bizzarramente, molti sono dei bancari, "traumatizzati" dai budget e dai "fondi", che devono vendere senza conoscerne la natura, cosa che li facilità nel compito, ma li lascia inermi di fronte alle contestazioni lamentose o irate dei creduoloni speculatori. Oggi si è celebrato il "fertility day", la prima responsabile della comunicazione è stata licenziata, ma il baggiano revival della procreazione cafonescamente sollecitata pare destinato ad accompagnare il declino della Patria. Fate come Abramo con Isacco, avuto dalla moglie Sara, "tardiva" e sterile : immolate i vostri figli.

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