lunedì 26 settembre 2016

Infingimenti.

Così, mentre la nazione decade e il numero dei poveri si moltiplica, di pari passo con la perdita di redditività delle aziende e della crecente insostenibilità previdenziale, gli italiani dovrebbero riprendere la competizione pauperistica col terzo mondo migratorio e fornire alla patria un replicato, ingente numero di proletari, a loro volta, infelici. La voragine demografica si originò negli anno '80, quando sull'abbrivio dello yuppismo e del femminismo, alla carriera immaginaria, obbligata e garantita per le donne, fece seguito una scontrata avarizia fertilizzatrice, con la quale conseguire, almeno, una licenza, cioè libertà, maggiore di vita. I vent'anni successivi sono stati senza incremento demografico, anche nelle regioni meridionali, dove, per lo meno, la coppia si replicava nei due figli canonici. Alla contrazione della natalità, per ragioni di egoismo dissimulato, si è sostituita la difficoltà cogentre di matenere qualcun'altro oltre a se stessi, la perdita di qualunque vocazione al sacrificio autoinflitto, nonostante l'arruolamento delle nonne, fino all'ultima energia spendibile. Questo governo screditato e eterodiretto, non trova di meglio che mettere in atto costosissime campagne pubblicitarie per rimproverare le giovani italiane, senza memoria e incitarle a tornare massicciamnete a procreare, casomai in cambio di un'allevamento monoreddito, dato che opzioni gratificanti, crecita individuale garantita pro quota, non sono individuabili e si prospetta per loro la condizione delle loro nonne o..bisnonne. Perché dunque attardarsi in attività sfruttate, sottopagate, senza prestigio, nè reddittività: tanto vale tornare alla gratificazione materna, contenuta, un po' mesta, come nell'iconografia della mater pulcra et dolorosa? Non mancano, ogni momento, i segnali e i simboli del ripiegamento socio-culturale di una nazione in mano a buffoni eterodiretti, che, impossibilitati a mettere sul terreno una politica economica che, da un lato, non sia cassata il giorno dopo dalle autorità europee e, dall'altro, a superare, per irriducibile miseria a-culturale, il vetero clientelismo, la distribuzione di sussistenza di risorse non create ed alimentate dallo sprofondo di bilancio, per il quale si chiede, reiteratamente, una deroga, due deroghe...fino a venir ignorati in ogni riunione decisionale, anche se solo sul piano politico, degli alleati, pur diseguali, dell'Unione, a due, europea residua, dopo l'uscita della Gran Bretagna. L'immigrazione rischia di subornare, sul nostro suolo, i giovani della prossima generazione; le resistenze a riconoscere lo "jus soli" nasce dalla preoccupazione, mai sperimentata, di trovarsi prossimamente con una prospettiva religiosa e culturale difforme, sia dal cattolicesimo, in crisi di rappresentanza, sia da costumi e riferimenti autoctoni e di trovarsi in balia di una sensibilità ibrida, ma di basamento alieno, con tutte le possibili configurazioni politiche, a tutt'oggi inimmaginabili. Mentre si tratta e ci si adatta a tutto per arginare con ogni mezzo la disperata migrazione di gente senza più identità, che viene trasferita a pagamento su coste inospitali o smembrata per venderne gli organi, se non in grado di pagare, si paventa, eccome, la colonizzazione dall'interno o, per lo meno, il forte condizionamento politico, per cui la si vorrebbe infiltrare con un congruo numero di indigeni, senza prospettive, da affiancargli in funzione contenitiva, anche attraverso quel "razzismo" che, con ogni ipocrita iniziativa, si biasima o si deplora.

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