martedì 6 settembre 2016

Il marasma statale, fra matrimoni e future adozioni gay, istituzione dei sex center, facoltà di abortire e le nuove battaglie demografiche, mentre tutto decade sotto il peso del debito.

Qualcuno, in Rete, ha definito il governo Renzie, la versione ridicola del fascismo 2.0 e una sua ministra di destra, Beatrice ( donna venuta di cielo in terra a miracol mostrare ) Lorenzin, ne impersona i caratteri in maniera ineccepibile, come quell'altra imitatrice infelice del peggior militarismo sovvenzionato, al Ministero della difesa offensiva, che procura commesse ad un'azienda sarda, fabbricatrice di bombe, vendute all'Arabia Saudita, con le quali bombarda lo Yemen. Più tradizionalmente, sul modello dell'Opera nazionale maternità e infanzia, la Lorenzin si è lanciata in una missione fertilizzatrice delle neghittose femmine connazionali, i cui contenuti ed il cui materiale pubblicitario non potranno altro che alimentare - forse - un incremento della natalità senza prospettive, che non siano sentimentali, nel sud d'Italia, valendosi di un materiale pubblicitario da terzo mondo intellettuale, mentre nel terzo mondo materiale si fanno campagne di segno contrario, con pari povertà di contenuti. Insomma, ci si rivolge ad un pubblico di defedate culturali. Sì, perchè la campagna si rivolge solo alle donne, con cuoricini fecondati da vezzosi spermatozoi, non intenerendosi ai quali si viene colpevolizzate, per mancato sostegno demografico alla patria. Patria-pater, una sorta di disponibilità arcaica, speculare a quella richiesta alle islamiche, che, per questo, si impegnano a sopravanzarci, mentre i nostri, di padri, sono interdetti da pillole ante e post e da spirali, senza ( decadenza dei principi atavici! ) che se ne risentano. Qualche volta mantengono, in extremis, i figli di qualcun altro, per endogena od esogena adozione. Dunque, anche dal punto di vista della fierezza dei principi, c'è da scapitarne. Vien da chiedersi quanti figli abbia la Lorenzin ed a quale classe sociale appartenga, dato che la sua perorazione è spiattellata ad uso delle vandeane più estremiste, trattenute, però, dall'assenza crescente di supporti alla maternità, dalla crisi dell'occupazione e dalla sua precarietà. Quindi, in presenza di una selezione artificiale, nell'ambito del mondo produttivo, lo Stato non trova di meglio che indurre all'irrazionalità, la parte più infelice della popolazione, da opporre all'avanzata eterologa, culturalmente, d'importazione, alla quale contendere i posti disponibili per fare le pulizie e, dati i costumi lassisti, le marchette gergali. Nulla - sia chiaro - contro la procreazione, la cui mancanza non sempre è una scelta - rispettabile - ma che, talvolta, per una valutazione agnostica, rende meno grigia la vita delle masse meno abbacinate ed evita illusioni e disillusioni nei nascenti al miraggio vitalistico, come se, sulle due sponde del fronte sociale, ci si industriasse a crearsi i problemi che, mano a mano che evolvono, non si sarà in grado di risolvere e si abbandoneranno al disincanto dei "chiamati", che dovranno arrangiarsi "così come abbiamo fatto noi". Sta di fatto che, senza proletariato ( proletario è un'espressione latina che indicava coloro la cui unica possibilità era di "fare figli" ), senza il loro cuscinetto in progressione geometrica, anche le cucciolate dei ricchi sono a rischio "schiacciamento", come per un secolo si era paventato, se fosse avvenuta uniformemente, la riscossa comunista. La deprimente ministra non avrà neppure il soccorso della Chiesa cattolica, ormai inascoltata nella sua retorica a priori e le cui riaffermazioni sono sempre più di maniera e...sterili. Bei tempi, quando Berta filava e si bendicevano gli otto milioni di baionette, insomma la carne da macello, da produrre in serie. Si offrisse almeno un serio Stato sociale - ma quale, oberato com'è dai debiti clientelari accumulati? - una robusta integrazione al reddito familiare, come solo la Germania assicura ad autoctoni ed immigrati e che gli italiani perdono al rientro. Ma via, aridità di pensiero e di sentimenti, dirà qualcuno/a. Per fortuna - relativa - la sollecitazione non smuoverà gli ormoni procreativi assopiti ed i consumi di pannolini ed omogeneizzati low cost. Per di più, su twitter e da parte di una donna che non teme le ritorsioni del potere, interpretando al meglio le facoltà della Rete, è comparso un pensiero solidale di genere verso il ministro Lorenzin: "ho quarantadue anni e non posso avere figli; ho abortito tre volte e in ospedale non ho avuto nessun supporto psicologico. Lorenzin, il Fertility Day ficcatelo su per il c." Presto il Sito omonimo sarà pieno di commenti similari e non più di quelle poetiche sviolinate, false e recitatorie, come tutto, di altri tempi. E' questo che il Ministro Lorenzin non ha inteso, pare infatti che il sito..."non funzioni" già più.

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