domenica 11 settembre 2016

Ammende oscene.

La storia del golpe abortito in Turchia ci mostra un mondo, quello delle istituzioni, del tutto analogo a quello della cosiddetta malavita. Le stesse figure preposte al mantenimento dell'ordine, cioè dello status quo, sono le medesime che lo sovvertono, sacrificano le figure a cui prestavano ossequio ( come faceva Bruto con Giulio Cesare ). Questo, in Turchia, è rimasto allo stato potenziale e sono ora gli stessi comandi e complementarietà non coinvolti a infierire su parte del loro apparato, quello che si è esposto ed ha perso. La contro rivoluzione dall'interno di un mondo parimenti criminale di quello che viene relegato nelle carceri, vi ha spedito decine di migliaia di militari, giornalisti ( già da prima del tentato golpe ), attivisti per i diritti umani, docenti universitari, rettori, presidi e professori delle scuole secondarie, la maggioranza degli addetti alla pubblica amministrazione, l'oceano delle mezze maniche che si sostenta con e che sostiene, per mezzo della burocrazia, l'apparato dello Stato. Un apparato obeso e cieco, basato su di una finzione giuridica, una delle tante che abbiamo indossato dopo aver perduto il pelo ed adottato i vestiti, con i quali ci siamo accollati una congerie di religioni, di finzioni giuridiche, di criteri, di moralità, di credenze ed altri basamenti nevrotici, tramite i quali, cinicamente, falsamente e ritualmente, si recitano tutte le parti possibili in commedia, per semplice sopravvivenza, per lucro e furto, per dipendenza clientelare, per opportunistica possibilità di trar profitto da una situazione interpretata nel più speculativo dei modi. In Italia, la storia della mafia è un "continuum" coerente con quella delle logge massoniche meridionali, del mondo "superiore" delle professioni, frutto delle rendite, di una società borbonica extra-moderna, basata sulla gerarchia e tenuta sotto controllo con i favori, sulla quale stende il suo sudario ipocrita una chiesa, meglio un'espressione ecclesiastica, fra le più retrogade e reazionarie, nella quale le madonne pellegrine omaggiano i boss. A trascinarla al nord ci hanno pensato gli uomini d'affari, gli imprenditori indebitati, la genia del fare a prescindere, quando si è trovata senza soldi. Nell'Italia corrotta fino al midollo delle ossa, la giunta Raggi in Campidoglio, ha privato dei consolidati riferimenti, il mondo del malaffare amministrativo e burocratico, non tanto per intrinseca onestà, quanto per l'occasionalità estranea di un'eperienza imprevista e di cui gli stessi interpreti..rimasti sul campo si sono trovati a proporre soluzioni, senza esperienza e senza interlocutori, rinserratisi nelle loro ridotte, reattivi e alleati, per l'occasione, per poter recuperare, il più presto possibile, il loro traffichio di frontiera, quella fra l'orizzontalità degli interessi scambiabili. L'azione delle Procure, svegliatesi solo dopo la fine della guerra fredda, con il pronto e silenzioso appartarsi della Chiesa cattolica dal fronte demo-cristiano, non più utilizzabile e già sconfessato, quanto ad efficacia, da due referendum consecutivi, appare in prospettiva storico-contemporanea, strumentale a un disegno: quello di togliere di mezzo una classe politica di governo che, pur colpevole e marcia, si manteneva al potere con inavvertita autoreferenzialità, non più con l'appoggio esogeno degli Stati Uniti e con quello endogeno delle maggiori lobby, con le quali si erano tentute la parte, che avevano ereditato dal fascismo e che avevano aliemntato, alimentandosene, cioè facendosene remunerare. Lobby manifeste e occulte, economiche e spirituali, in procinto di mischiarsi e confondersi agli occhi profani, per rendere irricostruibili le trame trascorse ma, ciò non ostante, a loro volta sotto "scopertura" e coinvolte in scandali soffocati nell'omertà al di qua ed al di là del Tevere o nella Capitale morale d'Italia e "amministrati" attraverso il sacrificio di troppo esposti capri espiatori. Senza che la moralità pubblica e quella trasformistica degli apparati, quindi, ne beneficiasse minimamente. Oggi che il cappio del debito da incomparabilità delle economie in area euro, costringe lo Stato trasformista e sotto tutela a un recupero sugli evasori ed i truffatori, qualcuno finisce condannato, ma non in carcere, per ora, - vedasi i Menarini di Firenze -; in carcere ci vanno solo i truffatori semplici e non a capo di grandi aziende. La corsa disperata al "ghello" di uno Stato indebitato porta a strane forme, residualmente consentite, di legiferazione: da quest'anno, gli atti osceni in luogo pubblico non sono più un reato penale, ma sono stati assoggettati ad una sanzione pecuniaria, senza alternativa carceraria, ma pignoratizia, dai cinquemila ai cinquantamila euro, per ogni atto osceno ostentato, beninteso. Oscenità ppubblica consentita, dunque, solo ai nulla tenenti, che, in quanto tali, non sarebebro tenuti a conferire nulla. Ne consegue che la conversione all'imprenditoria postribolare ed erariale procede verso scontate riedizioni.

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