sabato 17 settembre 2016

La vita finisce e, con essa, la contesa fra immagine e interiortà.

E' morto anche Carlo Azeglio Ciampi e un attimo opo la dipartita, tutti coloro che sicuramente non l'hanno accompagnato nel lungo trapasso ( perché la morte biologica è un iter, fisico e mentale )lo hanno lodato secondo l'icongrafia del sistema. E' dispiaciuto anche a me, per l'immagine di uomo buono e semplice nelle sue esternazioni familiari, popolari, sulla pubblica strada: per i suoi ricordi semplici, condivisi da me, allora bambino. Eppure, fra un attimo anch'io non ci sarò più. Ho la presunzione di credere che qualcuno, a me caro e vicino e anche qualche giovane, che non sarà più tale, per il quale sono un secondo papà, nutrirà un sentimento fuggevole, un'impressione amorevole, ma questa è stata solo una parte della mia espressione evidente, ce ne sono state altre che, per quanto riservate dall'invadenza pettegola degli estranei, sarebbero state giudicate diversamente, alla luce dei luoghi comuni. Anche gli scribi e i farisei sentenziosi non sono quello che vogliono catechizzare, si pongono solo sul piedistallo delle convenzioni, estranee alla natura. Matteo Salvini, già molte altre volte greve provocatore, come il suo predecessore Umberto Bossi, ha espresso un pensiero privato di pietà per la persona cancellata e ha dato del medesimo un diverso giudizio storico ( la storia può essere anche quella privata di ciascuno ) al profferir del quale tutti gli scirbi e i farisei si sono stracciati le vesti con riflesso pavloviano. Ciampi non è stato un personaggio lineare: cattolico, passò poi alla massoneria e, forte della doppia investitura, assurse, in un percorso di carriera ininterrotto, ad una combinazione sistematica di investiture. In questo senso, come pochi altri, ma molto più prudentemente e sotto traccia, è stato un uomo delle istituzioni. Proveniente dalla provincia anarchica di Livorno, si fece cattolico, ma non ignaro del pullulare di Logge massoniche di cui la Toscana è ricca, proprio nelle sue ridotte più provinciali: l'Arezzo di Licio Gelli, ad esempio, può sorprendre solo i non indigeni. I reperti anatomici che il Mostro di Firenze, il violento e primitivo Pacciani e i suoi amici, asportavano nelle notti del plenilunio pagano, secondo i riti che la plebe romana, non convertita e perseguitata, come i sabbatisti nel Medio Evo, ha celebrato per secoli, servivano per riti di setta della feroce e sadica esoteria fiorentina, della quale ci si è disinteressati, dopo aver messo le mani sull'esecutore, tanto infame, quanto inconsapevole. Dunque, il buon Azeglio, laureato in lettere, divenne economista, Governatore della Banca d'Italia, capo del Governo, Ministro dell'economia e, infine Presidente della Repubblica, adatto ad accontentare tutti, a conciliare capre e cavoli. Ecco perché. oggi pomeriggio, è stato tanto incensato dalla legione degli indifferenti. Salvini non detto un'eresia, o meglio, l'ha detta per i sacerdoti del Tempio: l'accusa di essere stato un traditore, o meglio, un venditore della Patria, è stata condivisa, sul versante di destra, da figure importanti e non impegnate in politica. Su tutte, l'antropologa Ida Magli, che di quella classe politica ha disegnato un profilo culturale sconvolgente rispetto al comformismo ipocrita ed opportunistico. Può - se così fosse stato - un uomo essere contemporanemaente un prototipo di bontà domestica e di tenera sensibilità e un macchiavellico politico? Certamente si. Nel trasmettere il proprio calore e la propria incentivante vicinanza, si può essere per taluni unici, inarrivabili, mentre altri, dall'osservatorio distaccato delle ricadute comportamentali, almeno sull'agone pubblico, traggono segnali diversi, che interpretano le convenzioni propagandisticamnte egemoni, alla luce dei loro moventi non evidenti. Perché può avvenire? Perché, critici ed incensatori sono, a loro volta, invischiati in contraddizioni, ma, dopo aver sposato il convenzionalismo, ne celebrano esclusivamente le vestigia. L'icoma non c'è più.

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