domenica 25 settembre 2016

In che cosa consiste la perdita di sicurezza?

Il supermercato delle occasioni, degli sconti, del tutto su uno scaffale ideale, assorbe con crescente bulimia, tutte le opportunità professionali del tempo appena trascorso. Oggi, molte famiglie si trascinano in difficoltà inaspettate, anche se erano eredi di dinastie dei mestieri e delle professioni commerciali. E' così per gli assicuratori, insidiati dalle banche, dal welfare aziendale e, quindi, dai sindacati in via di riaddattamento. Le posizioni ottenute in strutture semipubbliche, di carattere finanziario, all'epoca trascurate, attraverso il controllo e la gestione su delega di politici assenti, come ad esempio l'I.N.A. Assicurazioni o le Generali medesime, amministrate in proprio dal Senatore, anzi Presdente del Senato Cesare Merzagora, un pederasta dal prestigio solidale con le sue attribuzioni coordinate e lucrative, una specie di Luchino Visconti delle Istituzioni pubbliche ed assicurative, arrancano nel brookeraggio, dopo che l'onorevole Bersani, nel 2007, ha liberalizzato la costituzione di compagnie e la vendita dei prodotti, in senso lato, finanziari, a favore di ogni soggetto che avesse le capacità ed i capitali per farlo. Da quel momento, il vincolo gerarchico che teneva tutti i cadetti, anche di una medesima famiglia, sotto l'egida del designato, una sorta di diritto altoatesino del Maso chiuso, ha provocato una repentina fuga verso proposte allettanti, con portfaoglio annesso e, quindi, smembramenti, mutilazioni nella gsetione dei capitali, che hanno aperto la via al rifugio del brookeraggio, troppo oneroso per essere gestito attraverso società costituite autonomamente e troppo asfittico nella ripartizione degli utili in societù nate come i funghi dopo la pioggia, se in condizione di soci di minoranza. fatto salvo che i soci di maggioranza, messisi insieme per esercitare il potere, accusavano in poco tempo, diminuzioni di valore nel protafoglio dell'uno o dell'altro, cercavano di vendere le scarne quote ai soci di minoranza, a patto che sostenessero le spese di liquidazione del finanziere-assicuratore uscente. Altrimenti, invivibilità e, talvolta, minacce. Questo è uno spaccato del capitalismo d'occasione vigente, che vede le banche stesse, nonostante la "rapina" di altrui specializzazioni - in primis quelle assicurative - con margini di utili decrescenti ed esponenziali, ai quali suppliscono attraverso le fusioni societarie, attualmente incagliate per la dimensione ridotta delle concorrenti, per cui le compensazioni nel Consiglio di amminiatrazione o in società terze, risulta difficile. Insomma, si cambierà pelle solo quando si dovrà prendere atto della violenza inconsulta del mercato, tanto banalmente invocato. In questo contesto, tutti i mediatori sociali, a cominciare dai politici, passando per i sindacati, sono impotenti e si cerca, ad opera delle istituzioni medesime, che sono in via di disconoscimento, una resistenza per sopravvivere e ritardare la propria, inevitabile estinzione. Dopo di che il nostro piccolo mondo non sarà migliore o peggiroe di prima, ma alcune professioni ereditarie non saranno più trasmissibili.

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