mercoledì 24 febbraio 2016

Di che parliamo?

La legge sulle cosiddette unioni civili sta accelerando verso un'approvazione monca, attraverso il voto di fiducia. La salvaguardia della poltrona farà aggio sugli indefettibili principi. Sarà dunque una legge a metà, frutto del solito compromesso democristiano. E' possibile che si svilupperà in un'estensione "interpretativa" in progress, perché la normativa sulle unioni fra gay, sulle adozioni ( che questa volta verranno stralciate ) sono sollecitate, come tutte le altre leggi nazionali, dall'Unione europea. L'attrito ha una valenza multiforme: trascinare Il detatto cattolico all'interno delle istituzioni europee, che lo vollero escludere proprio per evitare continue interferenze nella legislazione, condizionare l'ibrido P.D. nei confronti del suo elettorato di centro, lo stesso complesso che ha provocato il voltafaccia del movimento 5 stelle, allargare il peso e l'influenza del moderatismo bianco che segue l'oscillazione di un pendolo, or verso destra or verso sinistra, mentre anche una parte di Forza Italia non si nega al principio liberale dei diritti, in questo caso omosessuali, come ha ricordato pochi giorni fa, l'ex Ministro Anna Maria Bernini. La lesina, il chewing gum, lo stiracchiamento, il compromesso, implicano una ulteriore spartizione del potere, andato deluso in sede di rimpasto, prima della messa in cantiere dell'iter parlamentare e causa di alcuni ripensamenti, tanto che il voto segreto è temuto ora come la peste. Si spera nella comprensione dell'Unione europea, impetrata e respinta riguardo al tentativo di indorare la pillola e fare un po' di clientelismo nei confronti del popolo, sì bove, ma anche esautorato. Con realismo ex comunista, anche la relatrice Monica Cirinnà, approva infine lo stravolgimento del testo, da lei non redatto certamente, ma da lei proposto in aula, al Senato. In fretta, in fretta, incalza Renzie, dobbiamo procedere, a costo di seminare di aborti l'accidentato percorso legislativo. Domani rabberceremo o rabberceranno le incongruenze logiche di testi incongruenti, per accontentare questo e quello: la stessa logica che ha porttao al dissesto, anche morale della nazione. In piazza, i gay idealisti protestano, strepitano e piangono: è indubbio che una legge inequivocabile sulle unioni civili ne avrebbe legalmente riconosciuto l'esistenza e avrebbe vietato comportamenti discriminatori nei loro confronti, assicurando, insieme alla visibilità, l'interazione ( almeno delle frange militanti ) con le istituzioni e la società. E' proprio questo e solo questo che si vuole impedire. Sulle facoltà degli omosessuali si è consumato il compromesso già tentato, da ben altri interpreti, all'epoca del divorzio e dell'aborto, senza che vi riuscissero e costringendoli a prendere atto, dopo due referendum, della sensibilità maggioritaria del popolo italiano. Anche in questo caso, è la strada da percorrere. allora furono i sanfedisti a tentare lo sfondamento popolare chiedendo l'abrogazioni di due leggi del Parlamento e, dato che in Italia è ammesso solo il referendum abrogativo, bisognerebbe sconfessare l'intera classe compromissoria, abrogando una legge fatta male, poi ognuno potrà riprendere legittimamente la sua azione. Fra poche settimane comincerà il dibattito sull'eutanasia, già ipocritamente definita "sul fine vita". Come già per i diritti dei gay, io non ho né interessi, né opinioni nel merito, constato solo che, alla faccia dei principi conclamati, si va sempre a mediare per ragioni di bottega e di carriera. Nel caso dell'eutanasia, pavento che sarà una legge che favorirà l'eliminazione di tanti vecchietti capaci ancora di vitalità e di tanti deboli di difficle e costosa gestione, subodoro anche che l'omogeneizzazione fra eterosessualità e omosessualità, così come fra sopravvievnza senza utilità e "dolce" morte, voluta, come tutto, da entità sovranazionali, non sia altro che un intendimento di omoegeneizzazione pseudo-culturale di una società, ignara delle differenze nazionali, già paralizzata nell'espressione dei suoi bisogni ed impedita, per il venir meno dell'interlocutore, dal farli valere. Le pseudo battaglie sui temi "etici" sono il sostituto "popolare" di un potere politico di pura facciata, replicante di volontà esogene. Cominciano con l'indire elezioni politiche e ad eleggere una maggioranza, non di nominati, che esprimerà un Governo. Se no, di che parliamo?

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