sabato 13 febbraio 2016

La slavina e la sua sciolina: l'ignoranza.

La costituzione, patrocinata dall'Ascom, associazione di dategoria dei commercianti, di un servizio di vigilanza privata in via Indipendenza a Bologna e, oltre il ponte di Galliera, alla Bolognina, è un insulto al privilegio di cittadinanza e un riconoscimento di fatto, finanziario, della tutela dell'interesse privato lungo le vie comuni-comunali. Che una delle tre agenzie che impegneranno anche personale avventizio nelle implementate mansioni, girerà anche armata ( La Patria )lascia esterrefatti circa la legalità o meno dell'iniziativa. Le vie della Bolognina sono esplose, nelle settimane scorse, in manifestazioni vandaliche e di violenza, ora sedate. La via dell'Indipendenza, a Bologna, è da molti anni un luogo privilegiato di borseggio, stante la vicinanza della stazione ferroviaria, ma, anche in passato al di là della bellezza architettonica dei palazzi, non era una via benfamata. era solo una via elegante, nella quale si mischiavano i vizi estetici e sessuali dei frequentatori, che si infrattavano in notori casini, oggi trsformatisi in alberghi ed i cui eredi-proprietari sono fra i promotori-sostenitori dell'iniziativa riguardante le squadre dell'ordine commerciale. Poi, supplirono e, nonostante una riduzione, dovuta alla crisi dei portafogli, anche voluttuari, gli esercizi di estetica. L'unica "ratio" che ispira questa sostituzione delle forze istituzionali di polizia, è la salvaguardia dei propri affari, la salvaguardia di un peculio particolaristico, appoggiatosi, per cercarvi giustificazione, nelle formazioni, anch'esse gruppuscolari, di destra, alla caccia del volgo "profittatore". A dimostrarlo è la scenografia attuale della via, nella quale i negozi ricercati per una clientela da passeggio, sono stati quasi completamente sostituiti da network di negozi low cost, che aprono e chiudono, avvicendandosi, nel giro di pochi anni. Insomma, il mondo del privilegio si chiude in se stesso, mntre il mondo defedato, certamente regredito, vagola disordinatamente, alla ricerca di qualche bene estorto, da rivendere su un mercato secondario od alla questua organizzata e anch'essa suscettibile di avvicendamento e mobilità, fra etnie mendicanti, alle quali si mischiano i nuovi derelitti della disoccupazione, frutto di fallimenti, ma anche di "razionalizzazioni" societarie. In fondo, la situazione della via dell'Indipendenza, coi suoi epigoni di Arpagone non differisce da quella del popolare quartiere confinante della Bolognina, al di là del ponte, dove alla crescita di molte genrazioni si è affiancata una robusta rete di servizi, ma anche di piccoli e meno piccoli bar, che ora vogliono confrontarsi, ben armati, casomai di randelli, con i perdigiorno, i drogati e gli ubriaconi, che in un contesto post operaio ( nel senso che non lavorano più ) si dilata nell'indifferenza, non solo dei proprietari, ma, di fatto, anche delle istituzioni pubbliche che non hanno più i soldi per compensare e contenere i disagi. Anche nel popolarissimo quartiere della Cirenaica, da un anno a questa parte, i negozianti dei mercati rionali e dei banchetti pubblici hanno istituito a man salva dei gruppi di disoccupati riconvertitisi alla vigilanza degli interessi dei privati, casomai quegli stessi che, da dipendenti, li avevano licenziati. In un Paese civile, la tutela della legalità, verso tutti, spetta alle forze demandate a questo compito e responsabili verso tutti dei loro atti, non a milizie improvvisate che, pur soggette alla legge, operano al soldo e nell'esclusivo interesse di pochi committenti e dei loro schifiltosi clienti. Che questo avvenga, in assenza di una reazione decisa e di una correzione dei capitoli di spesa, è purtroppo sintomo di complicità nella rapida e rimossa involuzione sociale e civile di questo nostro Paese.

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