lunedì 1 febbraio 2016

Non ci faremo mettere i piedi in testa..dicono tutti.

Family day: un uomo dà fuoco alla sua compagna incinta di otto mesi, i medici estraggono "dalle fiamme" la bambina, la contenitrice versa invece in pericolo di vita. Butta dalla finnestra il figlioletto perché, con i suoi strilli, gli impediva di seguire la partita di calcio. Il papà si è fatto la figlia o il figlio fin dalla più tenera età, senza che la mamma avesse niente da dire. A volte nascono nipotini autoriprodotti che vengono attribuiti a incontri senza conseguenze coniugali. In molte famiglie eterosessuali il clima domestico è caratterizzato da insopportazione, percosse e contumelie, fra coniugi e nei confronti dei bambini: sarebbe questa la famiglia da difendere a prescindere? Famiglie omosessuali non se ne conoscono ancora, ma penso che la statistica delle nefandezze non conoscerebbe scostamenti, perché la natura sottostante delle persone che compongono il sodalizio non muterebbe. Sarebbe "imbarazzante" se le rilevazioni statistiche asserissero che la conflittualità e la violenza sono minori nelle famiglie omogenitoriali e la violenza emarginatrice si esercitasse da parte delle etero famiglie sulle omo famiglie e soprattutto sui rispettivi, biologici o culturali discendenti. Il problema dell'adozione, preesistente, comunque surrogata, si porrebbe, mentre oggi gode dell'abbrivio della "tradizione". Quel che conta è - credo - il benessere e le facoltà di sviluppo delle persone e, in questo senso, nessun orientamento sessuale fornisce garanzie. Il contrasto si svilupperebbe fra famiglie: famiglie povere o borghesi, ma si farebbe eccezione per i figli dei ricchi ( se non avessero anche una famiglia etero di copertura ), la discriminazione si sfumerebbe. E' trasparente che il caravanserraglio della omogenitorialità si svilupperebbe, alla luce del sole, solo in contesti culturalmente ed economicamente defedati, che, confusamente, si farebbero paladini "della uniformità e della normalità" familiare della loro opzione, entrerebbero in competizione per gli allogi e i sussudi con le famiglie eterogenitoriali, già esacerbate perché confinate ai margini dai precarissimi nuclei familiari degli immigrati, di altre famiglie sopravvenute, a loro volta inaspettate e quindi anomale. Sul fronte Arcobaleno, in un tripudio di semplificazioni, si sosterrebbe, senza scienza e con coscienza ottenebrata dall'ignoranza, l'assoluta omogeneità delle scelte alla base, non di un piacere condiviso o di un interesse carpito, ma proprio l'insignificanza e l'invarianza dell'antropologia dell'accoppiamento, sostituendo alla conoscenza ed al raziocinio, una pretesa indifferenziata ed aprioristica. Sull'altro versante. il problema non si pone, non esiste: Dio e la natura, in simbiosi panteistica, hanno già stabilito tutto una volta per sempre. Con gli effetti sopradescritti. Con gli effetti che saranno descritti.

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