venerdì 19 febbraio 2016

La ronda degli sfessati.

Ci sono tre sfessati che vestono giubbotti catarifrangenti come i ruscaroli, in pattugliamento per il "quadrilatero" di Bologna. Complimentati dai bottegai, sono stati ritratti mentre importunano i mendicanti, che danno criminologico, in genere, non ne arrecano, ma disturbano l'estetica degli acquirenti. Ormai il centro è un caravanserraglio di network low cost ed attraggono squattrinati compratori di generi colorati, di frequente sostituzione, di durata ridottissima e di costo poco più che simbolico. Eppure, anche i simboli, di questi tempi, attraggono i ladruncoli, come i selvaggi che vengono suggestionati di tutto quel che luce o è colorato. La vigilanza privata a Bologna, sottopagata dall'Ascom, associazione di categoria di comemrcianti, ha un sentore chiaramente pre-elettorale, ma richiama la compiaciuta approvazione solo dei negozianti e di pochissimi residuali, anacronistici passanti. La nostalgia e la sottoccupazione giocano sinergicamente in questo spaccato dell'ignoranza particolaristica, in un mare di malacreanza podistica. Le ultime rivendite storiche sono destinate a chiudere, l'eleganza delle architetture, normalmente adibita a rifugio ed alcova per i "peccatori" danarosi, sarà lo scenario prossimo - molto più di quanto già non sia - del pascolo indistinto, nel quale la trasandatezza spicca e si impone. Di questa trasandatezza velleitaria e nostalgica fanno parte i tre sfessati di cui sopra.

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