lunedì 15 febbraio 2016

Il minestrone.

Il minestrone ribolle in pentola, gli ingredienti vengono gettati alla rinfusa nella broda, non c'è una ricetta, si fa con quel che c'è come i soldati in guerra, al campo o nelle trincee. So che il paragone è irrispettoso, più alla memoria e all'epica di quelle disordinate e sporche baruffe per la vita di cui il cibo residuo e indeterminato era una risorsa ed un aspetto, ancora vitale. Ma è quanto accade nel mondo economico e, per ricaduta nello sfilacciato tessuto sociale: a molti sarà sfuggito che si è tenuto a Milano, patrocinato dalla F.A.B.I., a nome dei suoi oltre centomila associati, un convegno sul nuovo modello di banca, al quale hanno partecipato tutti i principali manager creditizi e nessun altra sigla sindacale. Il Corriere della Sera di sabato recava una quartina di pagina del tavolo di presidenza del convegno, con una spuria ed eterogenea riproduzione, riduttiva, dei dodici apostoli. L'ospitalità così generosa ( e gratuita? ) era il frutto dell'interesse finanziario e non un riconoscimento dell'iniziativa sindacale. Il contenuto è restato però nel vago; il lavoro sostanziale di preparazione è stato underground e, sotto il livello del suolo, si svolgerà ancora a lungo, scontando l'ostilità invidiosa e concorrenziale delle altre sigle sindacali, l'interesse parallelo e vicario della FABI e l'individuazione dell'utile da parte dei vessillferi del capitale azionario. Se l'intemerata sindacale parla di un'azienda creditizia non finalizzata solo alla creazione dell'utile contingente per gli azionisti, causa delle incessanti incentivazioni alla produttività e, in realtà specifiche, del lavoro non pagato quotidiano, si concentrava sul riassorbimento nell'area contrattuale del credito delle numerose attività collaterali e di nuovo conio, prevalentemete infomartiche, oggetto do outsourcing nell'ultimo trentennio, quella padronale non arrivava se non nell'affermazione stentorea del taglio della pletorica dirigenza bancaria, appena alleatasi con la First-CISL per salvare la ghirba, tanto è vero che l'allegra brigata ha subito chiesto una mediazione che metterà im crisi l'alleanza, perchè qualcuno da sacrificare sull'altare degli interessi coniugati ( prevalentemente assicurativi ) ci dovrà essere. Il percorso del nuovo modello di banca sarà quello di una metropolitana sotterranea, lungo il cui tragitto, alle cui fermate, saliranno e scenderanno i compagni di ventura di tradizionale e nuova formazione, compresa quella CGIL che appare dall'anno scorso a fianco del Segretario generale della FABI nella persona della Camusso, per dare coesione all'iniziativa strategica più realistica - come già asseriva Bruno Trentin - dato che le delegazioni Fisac- CGIL si presentano ai vari tavoli con dodici mozioni diverse e formulano di solito tredici proposte. Il nuovo modello di banca va portato, nella prassi sindacale, ignota solo alle sparute realtà asindacali d'Italia, alla conoscenza ed all'approvazione dei lavoratori bancari e, nel farlo, in questa fase di passaggio, evanescente o definitivo, i sindacalisti attuali dovranno scontare, a loro volta, l'incongruenza delle nuove figure che cercheranno di mantenere o di inserire nel Credito: dall'informatico, al sensale assicurativo e immobiliare, passando per i mille camaleontismi dell'inventiva finanziaria, alle prese con gli orari prolungati divisi in turni e con le prossime fusioni bancarie, generatrici di nuove, sistematiche sovrapposizioni. Eppure, nonostante che le uscite volontarie e incentivate degli ultimi trent'anni siano state quarantacinquemila i bancari in servizio permanente effettivo sono ancora trecentamila. Ad ogni esodo corrispondono assunzioni precarie e sottopagate, utilizzate secondo criteri di fungibilità senza limiti, alla luce dei dati ufficiali, quasi pari alle uscite: sono solo diecimila a costituire il saldo negativo. Per evitare comodità e acquisizione di abitudini che si vogliono sradicare, i neo malcapitati vengono assunti a molti chilometri di distanza dalle loro residenze, impegnando nel loro mantenimento iniziale, ancora una volta, le famiglie. E' il "nuovo" modello che avanza, ma, sia ben chiaro, con una connotazione corporativa - se vi fa piacere - ma resitenziale, nel solo settore creditizio,

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