domenica 31 gennaio 2016

Formulazioni nazionali..come le convergenze parallele. Prodromi culturali.

Il Cardinale Angelo Scola dell'Arcidiocesi di Milano, dove fu trasferito dal Patriarcato di Venezia per diventare Papa, su imput del suo sponsor Wojtyła, ha detto la sua ed ha proposto l'istituzione "nelle scuole milanesi" di una festività islamica. Perché solo a Milano e solo nelle scuole, quindi per i bambini ed i ragazzi? Chi li accudirebbe? Ma, a prescindere da questo, è implicito che si tratta di una proposta ancora "prudente" di "inclusione parallela" delle festività proprie di due religioni non affini, ma dialetticamente e politicamente compatibili, almeno sul piano contingente. Compatibilità comunque precaria da cogestire con le frange "dialoganti". Esattamente come in politica, con i risultati di meticciato impotente, alla mercè della prima o dell'ultima Commissione brussellese, eppure sul proscenio a recitare una finta autorità. Sì, perché l'autorità sta altrove. Anche in questo caso, la sconcertante concessione mediatoria non viene dallo Stato - come sarebbe normale - ma dalla Chiesa, implicitamente autodesignatasi Commissaria all'inclusione subordinata fra "dialoganti", purché sia ben chiaro chi ha ragione. Io penso invece che lo Stato debba garantire una laicità rispettosa ma non coinvolta con le pretese egemoniche delle confessioni proselitistiche e fornire le sue opzioni a chi vorrà valersene senza agire da fotocopiatrice di punti di vista religiosi. Chi viola la legge ne pagherà le conseguenze, anche se cercherà di fare violenza alle religioni ed ai sentimenti di chi crede, ma senza limitare di un'unghia la libertà di critica e di rappresentazione, cioè l'offerta agnostica. Chi non lo capisce dovrà semplicemente adeguarsi. Feste cattoliche e Feste islamiche: a quando un calendario parallelo a quello gregoriano e delle attricette ignude, che celebri i personaggi eminenti dell'Islam? Compresi i "martiri?" Sotto l'apparente semplicità bonaria dell'importante e sottile Prelato, c'è un'intenzione in embrione di omogeneizzazione antropologica delle crescenti minoranze islamiche, con le quali cercare di dialogare in una espansiva e condizionante contesa con il fragile e contraddittorio, almeno in italia, concetto di Stato laico e aconfessionale, che il patto catto-islamico renderebbe ancora più friabile, fino alle candidature promiscue, già presenti nel variegato e scollato mondo del Partito democratico. La strada maestra dovrebbe essere invece la separatezza, che non significa ostilità, bensì diversità fra le fedi e le confessioni, le opinioni e le filosofie - tutte lecite - e l'apprezzamento parimenti agnostico dello Stato che deve riguardare i suoi cittadini esclusivamente come tali. E poi, perché solo una o più festività islamiche da affiancare a quelle cattoliche? Un'analoga proposta per le festività ebraiche, il Cardinale Scola non si sogna neanche di evocarla, ben sapendo che sarebbe rigettata dalla storica comunità ebraica italiana, ben sapendo che, sul piano culturale, non sarebbe possibile. E siamo ancora sul versante religioso. Che dire e che fare con le filosofie in forma religiosa quali il Buddismo e lo Shintoismo? La cultura e anche il senso religioso non attengono più ( purtroppo in Italia ancora sì, anche se in forma sfumata, così come in altre regioni fra le meno evolute dell'orbe terracqueo ) al potere, almeno direttamente e di questo - dato che le parti in causa non accetteranno mai questo assunto senza frapporre ogni possibile ostacolo, ogni possibile mobilitazione - sarà il caso che sia lo Stato medesimo a fare in modo, con lineari comportamenti, che queste pretese non trovino mai uno sbocco sul piano politico. Ma in questa Italia compromissoria con tutto e con tutti, fino al midollo delle ossa, sarà solo lo spirito critico individuale ( per pochi ) a fare la differenza, mentre non escluderei un domani, che, dopo le feste islamiche, avessimo anche la formazione di partiti politici islamici, casomai eterodiretti dai petrodollari, non diversamente da come furono eterodiretti la Democrazia cristiana dai dollari degli Stati Uniti e il Partito comunista dalle sovvenzioni ( in dollari ) dell'Unione sovietica. Se questa non fosse Italia, il Cardinale Scola una simile proposta non l'avrebbe mai formulata. Prodromi e conseguenze di una cultura.

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