domenica 31 gennaio 2016

Le braghe alle statue dell'ipocrisia.

Non c'è ne serietà, ne decoro nelle manifestazioni Arcobaleno e neppure in quelle dette del Family day; la presenza, nel primo caso, anche dell'iconografia di sinistra spuria dei pacifisti d'antan e della destra più superficiale nel secondo schierameneto e la medesima scelta - indicativa - del Circo massimo quale scenario della rappresentazione - come per il milione di presenze della CGIL cofferatiana, sottolineano la forzatura politica di entrambe le posizioni. A fianco dei familisti c'è la C.E.I. con il suo glabro e vagamente gay Cardinale Bagnasco, un dignitario che viaggia in auto blindata e parla della famiglia come un astemio pontificherebbe del vino. Intanto, la componente democristiana di destra del Governo renziano, ha ottenuto un rafforzamento clientelare della propria presenza e, subito dopo, un'ambigua proposta di legge sulle unioni paramatrimoniali prende lo slancio verso una già ricontestata approvazione. Poi si perderà altro tempo con un referendum, il cui esito, quale che sia, metterà al riparo la componente alfaniana, una vera e propria consorteria democristiana d'affari, al riparo del pronunciamento popolare, se confermatorio, o dell'occasione di chiedere e ottenere nuovi posti di potere e di clientele se il pronunciamento fosse contrario. In quest'ultimo caso, la legislazione italiana sarebbe in contrasto con quella consimile della Unione europea e sappiamo bene che difformità su materie che incidono sull'organizzazione sociale non sono ammesse al pari di disallineamenti pronunciati di bilancio. In questo senso, la rincorsa ai posti e alla polpa da azzannare dei democristiani di Alfano, appare come l'ennesimo trasformismo gattopardesco trasposto in ambito europeo e massonico. Il vuoto politico è riempito da queste baracconate sulle unioni civili e dalle controbaracconate in difesa dell'aprioristica scelta eteroconiugale, mentre gli effetti pratici, positivi e negativi, sarebbero statisticamente uniformi nell'una e nell'altra opzione: le differenze sono e resterebbero esclusivamente censitarie e spesso contradditoriamente individuali. Intanto - si apprende - sono stati sospesi cinque dipendenti dei Musei capitolini, "per aver parlato con alcuni giornalisti" delle statue ignude ricoperte durante la visita del petrolifero Ayatollah Rohani. Si saranno inventati tutto! Troppo assertive le smentite e l'ignoranza dei ministri e dei sovrintendenti responsabili. Presto andremo in Libia, non alla testa di una missione dell'O.N.U., ma direttamente, a distanza, con i caccia bombardieri. Lo zio Sam ce lo chiede e siccome subordina la nostra partecipazione al banchetto con la condivisione di qualche attentato in casa nostra - che non avviene perché ci asteniamo dall'impicciarci - lo faremo, senza sapere e con un'infinità di distinzioni e sotto-distinzioni. Il moroteismo è ancora vigente. Rivedevo ier sera "Todo modo" di Elio petri. Se vi capita, guardatelo.

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