venerdì 22 gennaio 2016

Lo sceneggiatore di se stesso.

La ritualità laica per Ettore Scola è stata una sceneggiatura cinematografica del mesto ed ironico regista. Intorno alla sua bara si sono succeduti molti dei personaggi più alla moda di Cinecittà. Qualcuno, incartapecorito, aveva assunto, per l'interposizione matrimoniale di potenti produttori, una veste internazionale, ma, a parte Sofia Loren, tutti gli altri erano restituiti alla loro dimensione di comparse del generone romano cinamatografaro. La Loren stessa, bellezza plebea italiana, era rientrata nei margini di una provinvia slabbrata e molto popolare, involgarita solo dai soldi e da una fama estorta. Forse, lo Stesso Scola era un prodotto gaudente e "conformisticamente critico" di un mondo sovvenzionato e superficiale, nel quale il ruolo del burattinaio era condiviso dai burattini in un effluvio di apparenze e di plebee consuetudini. Uno spaccato dell'Italia, anche alla memoria.

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