martedì 19 gennaio 2016

La società putrida.

I tempi della vita banale, cioè della vita economica, amministrativa, religiosa ( nel senso in cui vivono la religione le donnette e gli uomini pii, al netto dell'alto clero e dei clientes, di quello come di qualunque altro potentato ) sono scanditi dalla protocollarità: qualunque mediocre interprete, dotato di una preparazione di maniera, si "specializza" nella vendita di una immagine carpita e, mitologicamente, viene "riconosciuto" dalla massa plebea di tutti coloro che sono privi di relazioni o che praticano relazioni plebee. In quest'ambito mediocre, vengono scanditi i tempi riduzionistici del "o così o pomì", salvo trovare rimedi rabberciati, in caso d'iinottemperanza. Il disdoro e l'infelicità sociali sono icone pseudo devote lungo tutti i camminamenti principali dei quadrivi centrali: sono etnie intercambiabili ad interpretare il ruolo di coloro che hanno fame, ma che all'invito sincero di rifocillarsi a spese dell'interpellato, recalcitrano. Solo una volta e per un semplice caffé, che non incide sul budget giornaliero del mendicante, un poveretto - comunque poveretto - si avvalse del mio invito. Se il coordinatore di questa squadra per la raccolta, si accorgesse che i suoi lavoranti, approfittano della veste loro conferita per mangiare e non per arrecargli ricavi da distribuire minutamente e discrezionalmente, la loro sorte sarebbe soggetta a punizioni e chissà quali angherie emarginatorie, nell'ambito del clan nel quale si sono miserevolmente intruppati. La cosiddetta autorità pubblica, al riparo delle pseudo norme sulla "libertà" individuale, si disinteressa del fenomeno, corre in soccorso dei lamentosi bottegai e dei loro clienti, ma nessuno si investe del compito di togliere dalla strada questi mentecatti, di addestrarli ad un lavoro, non dico dignitoso, perché sono tutti o quasi come quello espletato con l'accattonaggio, ma almeno in linea - però regolamentata - con il medesimo attuale esercizio. Intanto le scuole tecniche ospitano i figli degli immigrati perché non rimangano sulla strada, ma, molti di costoro, soffrono l'emarginazione di scorbutici compagni che trovano in loro delle debolezze maggiori delle proprie e delle quali approfittano per emarginarli specificamnete nell'ambito del gruppo scolastico, rendendogli ancora più difficile e lontana la comprensione e la condivisione della lingua italiana. Questa gente farà altrettanto nell'ambito dei gruppi lavorativi, una volta diventati tristemente e moncamente adulti. Nella società in crisi, le particolarità censitarie si chiudono e si perpetuano , nel sistema relazionale e nel mutuo soccorso massonico o rotaryano, mentre gli altri strati della società si articolano in forme feudali, apicali e decrescenti. La protesta, anche quella minuta ed occasionale, spesso autogiustificatoria e strumentale a piccolissimi vantaggi, resta inascoltata: ci se ne frega anche dei piccoli privilegi estorti con giustificazioni artefatte. Ormai, fuori da un faticoso "privato", non vale la pena di impegnarsi e di farsi coinvolgere. E' già l'icona di una società decaduta, ma decaduta nei fatti e irrecuperabile romanticamente con i sentimenti evanescenti ed adattatori di intermediari sociali che non riescono più a nascondere, dietro dei paraventi parolai, la loro insussistenza contenutistica. La dinasticità delle carriere si basa sulle famiglie, ma soprattutto sulle appartenenze; nessuno comincia da zero e chi è costretto a farlo, reata al palo delle opportunità, anche se è in possesso di competenze, conquistate con fatica e sudore, per cui, non solo i negozianti continuano a negoziare, ma anche i medici sono figli d'arte, spesso accompagnati da raccomandazioni agli esami ed anche in altri ruoli tecnici e molto impegnativi sulla carta. Conta di più l'ambito delle conoscenze e delle opportunità di guadagno, il contesto ambientale anziché la sofisticatezza delle conoscenze. E' questo che continuerà a costituire il tallone d'Achille delle società latine e di quelle italiana in particolare, che resterà(nno) mestamente vicaria(e) in ambito europeo, senza però togliere il riso ai discendenti di chi è in grado di influenzare, in termini conservativi, il (ri)fluire verso e del nostro stagno.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti