domenica 3 gennaio 2016

Cerimonie drammaturgiche di un'utopia.

I Vescovi di strada di Palermo e di Bologna hanno inziato il loro magistero episcopale, di discendenti degli apostoli, marciando con le associazioni religiose multiculturali e i movimenti neocatecumenali, ma anche con pacifisti della società civile. Niente da obiettare in sé e per sé, ma mi sembra ingenuamente gesuitico e fuori contesto. Fra queste entità culturali e religiose non c'è molto da spartire, tranne una comune origine dal "Libro", dalle cui pagine e caratteri hanno intrapreso vie diverse, concorrenziali e belliche. Mentre questo si ripete, pur sull'abbrivio di un ecumenismo spurio e difensivo rispetto alla secolarizzazione del mondo occidentale, che influenza e disturba nell'intento di coinvolgerle per dominarle, nazioni aliene, ecco che personaggi diversamente "parati" riscoprono "umanistiche" - ma sarebbe meglio definirle semplicemente umane - facoltà di solidarietà alle quali si vogliono forzosamente e furbescamente sovrapporre identità ideologiche che non esistono. Non esistono neanche all'interno delle tre fedi monoteistiche ( anche se da queste manifestazioni ibride gli Ebrei si sono tenuti appartati ); le contese della Chiesa cattolica sono storiche e contingenti e malamente celate. Gli islamici coniugano religione e politica e se ne differenziano nelle due fazioni in conflitto, degli Sciti e dei Sunniti, rispetto alle quali sia l'Arabia saudita, sia l'Iran ( non arabo ) nutrono interessi geopolitici locali in conflitto armato per interposte fazioni. A Capodanno, il nostro, quarantasette oppositori sono stati uccisi dal boia ( probabilemnte per decapitazione con la scimitarra ) per la loro opposizione politica e la loro appartenenza di fede e culturale, a testimonianza di quanto poco alligni l'unità d'intenti in quelle regioni d'origine e di prima diffusione del verbo scopiazzato di Maometto. E noi, pur così diversi per orientamenti, cultura, interessi e ipocrisia, con chi andiamo a braccetto in retoriche manifestazioni per un bene soggettivamente interpretato, mistificato, per un Dio che in un caso ha avuto discendenza umana e negli altri due è parola spiritualizzata o elezione e prospettiva di riscatto in un giorno sempre posticipato, alla luce della realtà e della trasfigurazione immaginifica che se ne fa? Nell'ecumenismo di facciata alla malizia di chi lo dirige o lo asseconda, fa da supporto un sentimento generico di debolezza e di povertà che, in ogni momento, può riverberare la sua malignità e violenza. Cerimonia drammaturgica di un'utopia. Più banalmente: recita di un copione "francescano", per quanto ci riguarda. Degli altri non sappiamo, ma, a tempo e luogo, le divisioni sarebbero nette, con o senza processioni.

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