mercoledì 8 agosto 2012

Cerchiobottismi.

La professoresa Fornero, dopo aver umiliato in quattro e quattr'otto i lavoratori in servizio, posticipandone il riposo fin quasi a quello eterno, e quelli in dilazione di quiescenza, consentendo, nel contempo, ai padroni di vessare e licenziare, dopo averli precarizzati, tutti quelli che mostreranno un minimo di autonomia e di decoro, scopre la dignità della classe operaia e preconizza un autunno caldo, durante il quale, ammonisce, potrebbe prender corpo la deindustrializzazione dell'Italia. Dice che vedrà anche Marchionne, per parlare - niente di più - di politica industriale. L'unica uscita centrata, ancorché imbarazzata, di questi ultimi giorni l'ha offerta la Segretaria della CGIL, allorquando ha constatato che ormai la FIAT investe quasi tutto all'estero ed ha chiesto che il mestiere di produrre automobili non le sia più appaltato in esclusiva, dopo gli anni del tutto agli Agnelli di Craxi. L'esito, infatti, è stato infausto e, per impiegare le nostre maestranze, non si ostacolino più gli investitori del ramo stranieri, aprendo opportunamente il mercato. Questo comporterebbe una sprovincializzazione del mercato produttivo, del mercato del credito e ci precipiterebbe in un contesto reale, ancorché faticoso, di emancipazione dagli equilibri produttivi e dell'impiego che ormai, gli stessi fruitori industriali di numerose generazioni, mostrano di mal tollerare. Troppi vetusti e periclitanti equilibri si reggono sul miraggio di fotogrammi di realtà che non esistono più. Lasci stare il Ministro Fornero la tardiva ed ipocrita lode sepolcrale, con la quale cerca di recuperare una posizione mediana, per riaccredistarsi. La sua è la lode di un defunto che ha finito, dopo che, per decenni, gli stessi cangianti partiti e movimenti che la sostengono hanno contribuito a dissanguare.

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