mercoledì 20 giugno 2012

Patrie galere.

Così, lo sconosciuto Senatore Lusi - non ne ricordo neanche il nome - è stato tradotto al più confortevole carcere di Rebibbia, rispetto a Regina coeli, sul lungotevere, una vera ignominia perpetrata dalla pigra magistratura romana che lo trova più comodo per gli interrogatori e gli adempimenti di sorveglainza, dato che si trova in città. Costui, un oscuro economo di un ectoplasma politico cangiante, si è appropriato di una parte, individualmente consistente, dei finanziamenti pubblici che affluivano per un'attività da esperire fino a quando poteva essere conveniente per i suoi costitutori, che controllavano ferreamente gli associati, i parlamentari, ma trascurava la contabilità d'apparato, demandata a un prestanome, ovviamente interessato e "autorizzato" a gestire anche pro domo sua, quanto amministrava nell'interesse materiale della sua "cupola". Nella sua autoperorazione al Senato, dopo aver tentato di sfangarla con il voto segreto ( dovrebbe comunque essere sempre tale ), come gli sarebbe certamente riuscito, ha poi ripiegato sulla apertura dello scrigno dei segreti custoditi. Sarà bene che lo faccia e che lo faccia con coerenza, la logica che ha dismostrato di avere durante il suo discorso in Senato mettendo i giudici e i media nella condizione di sviscerare le sue affermazioni. Sarà importante che lo faccia con semplicità e accettando la giusta pena che gli compete, senza attenuare le sue dichiarazioni anche se dovesere aggravare la sua evidente colpevolezza. Sarebbe l'inizio di una civile e laica catarsi. Non so, però, se questo gli sarà consentito - non credo neppure che se lo proponga - dato che la magistratura romana è inaffidabile. se fosse stato per lei, nessuno degli scandali della prima o della seconda Repubblica sarebbe mai nato e il gioco di sponda con gli apparati politici e la burocraziia giudiziaria superiore è purtroppo probabile, per non dire certo. La palla passa quindi al miglior giornalismo d'inchiesta, che, pur non essendo alieno da strumentalizzazioni politico-economiche, potrà lasciar intravedere, nei dettagli, quel che all'ingrosso, ognun già sa: la proliferazione di formazioni politiche è funzionale all'appropriazione indebita di ingenti capitali, apportati direttamente dal finanziamento pubblico o prestati da imprese grandi, medie e piccole, per ottenere facilitazioni legislative e d'influenza d'ogni tipo. Quanto ai privati piaceri di questa corte bizantina in via di rapido degrado, se Lusi sa - come è certo - è bene, per tutti, che se ne vendichi, per aver tanti compagni al duol.

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