domenica 17 giugno 2012

Le elezioni in Grecia.

In queste quattro settimane, si è messa la sordina agli effetti, già dolorosamente sperimentati, che una conferma dei conservatori, corrottissimi, greci, provocherebbe nella popolazione che vive del proprio lavoro, nella capitale e nei pochi centri economici della Grecia. I tagli impedirebbero di mantenere il modesto tenore di vita ai salariati. I lavoratori dipendenti, pubblici e privati, sprofonderebbero nell'insicurezza e nella privazione di qulasiasi prospettiva, anche previdenziale. Una disperazione, sulla quale vigilerebbe Alba dorata, la formazione nazista, scaturita apparentemente dal nulla, mentre, invece, costituisce semplicemente il riarmo dei "bravi" del privilegio, al quale si è già arruolato l'80% dei poliziotti. Questa formazione di picchiatori razzisti, sarà purtroppo protagonista anche in caso di risicata vittoria della destra conservatrice di Nea demokratia, con l'ausilio dell'area grigia della piccola borghesia "ben pensante", che si sente ancora tutelata, in qualche anfratto dell'amministrazione. La politica greca assumerebbe un aspetto duale, con una metà dei cittadini relegata nel pauperismo e priva d'influenza. I fascisti si incaricherebbero di contrastarne e di reprimerne le proteste e di emarginarne il degrado che seguirebbe, come la polizia di Stato non potrebbe ufficialmente ed esplicitamente fare. Sarebbe la prima volta nell'Europa post bellica e una resistenza dei grossi capitalisti, dei poteri, anche politici, che si coagulano intorno alla finanza, che fosse assicurata dalla violenza dei miliziani, confermerebbe la genesi e la natura del fenomeno fascista, come garante della classe ricca. Snaturerebbe definitivamente la democrazia occidentale, non più tenuta al rispetto dello scompaginato mondo del lavoro, da una consistente e reale alternativa comunista. Anche da quella parte prevaleva la negatività, assolutizzata nel totalitarismo, ma la perdita di una temibile alternativa, ha liberato i peggiori riflessi particolaristici dei possidenti ed i peggiori istinti eversivi della destra economica e finanziaria, alla quale si è accodata la tradizionale e circoscritta categoria dei possessori di beni stabili, cioè sottratti alla dinamica economica, tutti ereditari o accantonamenti di profitti. In Grecia, comunque vada e quale che sarà il periglioso cammino di quella infelice nazione , credo che il fascismo - non neo, è quello di sempre - in funzione di garante dell'ordine pubblico, sarà l'ultima deviazione, la più grave, del levantinismo opportunistico di quel Paese e gli Stati economicamente evoluti del continente ne saranno corresponsabili. Vedremo se anche imitatori. La focalizzazione sul dato finanziario, che spesso non corrisponde all'economia reale, esilia sempre di più la considerazione per la cultura e le tradizioni dei popoli che compongono l'Unione europea, solo monetaria e già così sbrindellata perché fondata su presupposti egositici, oltre che corredata di molte riserve mentali e velleità di furbizia, ma anche di dominio e di indirizzo.

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