sabato 23 giugno 2012

Divo Adolfo

Adolfo, sei impagabile. non solo e non tanto per il tuo assegno annuo, quanto per l'assoluta indifferenza per il tuo popolo fedele, che lavora per te senza sosta e si sazia di ciò che avanza. Mentre ti pavoneggi con l'inviato A Reggio Emilia del Corriere - quanto è costato il servizio redazionale? - per gli straordinari risultati della trimestrale e sottolinei che, con la liquidità di cui disponi, vorresti crescere ancora - attento, mi sembra la filosofia di Raoul Gardini, che ha fatto la fine che ha fatto - e osservi rapace quel che si libera nel mondo del precariato bancario, monitorando l'adeguamento al ribasso dei prezzi, non hai un minimo di resipiscenza per il mancato riconoscimento del premio di produzione ai tuoi adepti. Costoro ti donano quotidianamente, attraverso il loro lavoro, non retribuito, le tue sostanze. Lo credo bene che, per voi, "il costo del credito è di circa la metà rispetto alla media di sistema". I ratios patrimoniali sono di assoluta tranquillità, la clientela, grazie al mio disperso amico Milone, si approssima al milione - anche se non sono 980.000, bugiardello - e, di un milione di persone "vogliamo sapere tutto!"; figurarsi di 5.700 dipendenti. Il tuo, conducador, è un lavoro di taglia e cuci di raffinata fattura, però ricordati - anche se credo che tu lo sappia - che sulla passerella del Credem' a me, tu sei il sarto-indossatore, non lo stilista.

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