venerdì 3 ottobre 2014

De profundis.

Il PD è un brand democratico senza nessuno che senta di appartenervi. Il PCI aveva, ai tempi del suo massimo fulgore, oltre 2.000.000 di iscritti, molti dei quali autentici militanti che, ancora in tempi recenti diffondevano l'Unità porta a porta la domenica, allestivano gli stand alle omonime Feste: oggi l'Unità è chiusa, mentre alle Feste è stato restituito il nome di una testata storica che già da tempo aveva perso la sua natura di giornale della sinistra gramsciana. La spuria compagine di sentimenti democratici comprende i partecipanti ad un maxi comitato elettorale, nel quale confluiscono, come in una riserva, parte dell'apparato storico del Partito comunista edulcorato e quasi tutta la correntocrazia democristiana di sinistra, che la fa da padrona sul piano delle nomine e delle clientele. Neppure centomila sono i tesserati del PD che è diventato un interclassista apparato, nel quale gli interessi economici più importanti sono presi a riferimento di una politica sociale dispersa, precaria e senza prospettive, soprattutto per il futuro recupero sugli sprechi e sulle ruberie della Prima Repubblica, da ridurre del 40% in vent'anni. In queste condizioni che ci starebbe a fare un vero e proprio partito: non avrebbe senso, costituirebbe una remora e, infatti, non c'è più. Ma l'ex utenza impotente non è scema nè fideistica, prende atto di una amara realtà di cessata rappresentanza di cui la deriva politica è semplice conseguenza ed ha abbandonato il ruolo riservatole di spettatrice pagante, attraverso la sottoscrizione della tessera. Analoga fine potrebbero fare presto anche i sindacati che si vanno specializzando nell'affiancamento delle residue aziende operanti sull'asfittico mercato nazionale e se facile risulta l'approccio ai tribunati degli impiegati e delle categorie velleitarie dei piccoli borghesi, fuor di luogo, verticistica e collaterale alla politica benevola verso i padroni, risulta l'affiancamento ai proprietari delle officine ed delle fabbriche, laddove cioè i cancelli sono chiusi, espatriati o informatizzati, cioè senza territorio o maestranze che vi si riconoscano. La classe operaia è morta e con essa i lavoratori.

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