lunedì 20 ottobre 2014

Sono il fico del bigoncio.

Matteo Renzie è il Berlusconi dei poveri e, come tutti i leader popolari, esprime la beceraggine comune compiacendo e assecondando l'immemore o proprio ignorante sentire comune. Da destra a sinistra, ma non quelle colte, va maramaldeggiando, anche negli atteggiamenti, gonfi e tronfi, da Mussolini ridotto. Come Berlusconi, più le cose precipitano, più lui sfavilla di fanfaronate, più si riduce la base economica e più, contestualmente, lui riduce la base della rappresentanza facendo godere gli sfigati rancorosi. Il suo frasario, i suoi slogans sono il remake dei proclami del condottiero, del duce e solo le circostanze meno inique e il disinteresse dei Paesi che contano, Germania in testa, ad allearsi con noi, ci salverà da altri demenziali e tragici esiti. "Non mi sono iscritto alla CGIL", per commentare l'unica opposizione sindacale ai suoi sproloqui; "le regioni sono arrabbiate? Gli passerà". In che cosa differiscono queste bullesche parole dal "tireremo diritto"? Fin dove e verso che cosa? Manca un esplicito "ce ne freghiamo!", ma è solo questione di tempo se non sarà sgambettato per tempo. Certo che la politica italiana indulge e inclina sempre ai medesimi epiloghi. Ottanta euro per tre anni a tutte le neo mamme, fino ad un reddito familiare di novantamila euro. Queste ultime potrebbero farne tranquillamente a meno, mentre, a scalare, alle altre potrebbero non bastare. Alle più indigenti non farebbero un baffo. Ma tant'è. Dopo aver beneficiato con quella mancia i redditi operai, ecco un nuovo rigurgitino di fascismo: il contributo per le genitrici pigre della nazione, nei cui ospedali le partorienti sono quasi sempre, quotidianamente, straniere. Aumenterà la natalità con ottanta euro per i primi tre anni? Se le coppie di immigrati saranno coinvolte, sranno certamente l più "premiate" e per avere dei nuovi italiani bisognerà prontamente introdurre lo jus soli. Che generazione sarà? Prima che Renzi, inconsapevole di ripercorrere le tracce del fascismo tradizionale italiano di cui lui è un erede e un epigono, ci danneggi irreparabilmente, sarà bene che si provveda a farlo cadere o si separino le proprie responsabilità da lui e da chi lo ha accettato nel ruolo delicatissimo di Capo del Governo di una nazione in crisi.

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