sabato 18 ottobre 2014

Cautele diplomatiche.

Vladimir Putin è arrivato a Milano con una flotta di otto aerei, di cui sette da trasporto. Portavano otto macchine blindate per lui ed il suo seguito che hanno preferito non valersi di quelli del loro Consolato, come invece hanno fatto tutti gli altri convenuti. Putin si sente dunque un estraneo nel contesto europeo centro-occidentale e un potenziale bersaglio, in quanto unico oppositore dell'egemonia nord americana che influenza e condiziona tutto o quasi il resto del mondo, dopo l'improvvida liquidazione del comunismo. Putin di queste cose se ne intende per formazione spionistica. Ha recentemente dichiarato che non intende ricostituire l'Unione sovietica, in ambito geografico diverso e più ridotto rispetto a quello conquistato dai sovietici contro i nazisti alla fine della seconda guerra mondiale, ma che non cederà sulla autonomia ed estraneità della Russia alle dinamiche finanziarie degli Stati Uniti e dei suoi clienti. Ha anche sostenuto, per giustificare alcune forti limitazioni apportate in patria all'utilizzo di internet ( perche non ai provider dei siti pedopornografici, quasi tutti con sede in Russia, dopo che la medesima non ha aderito al protocollo che li inibisce? Anche questa forma di controllo extra territoriale poteva comportare indebite interferenze d'intelligence nel suo Paese? Non si può escluderlo del tutto, purtroppo. ) che il sistema è stato reso disponibile dagli Stati uniti a fini di controllo globale. Dopo le rivelazioni di Snowden, che si è rifugiato in Russia e la scoperta dello spionaggio americano anche verso i suoi alleati europei, l'affermazione non appare peregrina. Da parte sua, Putin, in partnership con Medvedev, detiene un potere formalmente legittimmo, ma sostanzialmente dittatoriale, in forte contrapposizione agli oligarchi di Mosca e San Pietroburgo, ex funzionari del PCUS, a lui ostili, ma non a quelli che fanno parte del suo apparato politico ed economico. Come potrebbe, quindi, ripristinare l'URSS? Ma non vuole nemmeno dar libero gioco alle trame delle potenze occidentali di interferire con gli assetti di potere della Russia, di esautorarlo, ma anche di ridurla nuovamente com'era ai tempi di Eltsin e come sta diventando l'Europa del sud e i Paesi più disastrati dell'est ex sovietico, divisi lavorativamente fra prostitute e badanti. Per questo Vladimir resta solo; si fa già sufficiente compagnia da sé, nel suo grande Paese. Meglio un Putin o un Renzie/Napolitano?

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