sabato 18 ottobre 2014

La democrazia deistituzionalizzata non esiste.

Il parlamento depotenziato cede il dibattito all'Agorà e questa sarebbe ancora una buona notizia, se l'Agorà non fosse in balia di tutti i cialtroni e gli ignoranti, in corporativa rivendicazione delle loro piccolezze. In senso involutivo scende in piazza la Lega, in senso evolutivo i centri sociali e la sinistra non istituzionale. Gli integralisti coesi non scendono in piazza, si estraniano dalle contese pubbliche, si chiudono e si organizzano celatamente al loro interno, cotituiscono un pericolo vero, soprattutto per la loro, in parte giustificata, volontà di non integrarsi, che non si avverte e che qualche imbecille fomenta per mere ragioni di bottega, incurante dei rischi che apporta alla convivenza civile, lui che civile non è. Intanto i nuclei di picchiatori della polizia infieriscono contro le manifestazioni degli studenti che non posono rifugiarsi nella scuola privata e interferiscono con le manifestazioni di strutture storiche del sindacalismo se non sono coperte e allineate. Un nuovo autoritarismo, un nuovo fascismo, lasso o accentuato a seconda delle contingenze, prende una fisionomia precisa. Il vuoto riempie le piazze, in successione, continuamente e la proibizione costituzionale di ricostituire il partito fascista è disattesa esplicitamente dallo sdoganamento del MSI di Berlusconi. Forza nuova ha ormai sedi ovunque. Il dibattito democratico deve scendere dal pero e mettere in discussione la propria intonsa separatezza, deve partecipare con linguaggio accessibile al dibattito popolare. Altrimenti il piano concentrico di normalizzazione autoritaria sarebbe anche da questa omissione favorito.

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