venerdì 24 ottobre 2014

Il dado è tratto..un'altra volta.

L'Italia è bislacca, apparentemente ricca di fermenti, in realtà immobile e involuta su se stessa. Matteo Renzie, l'ultimo della filiera dei "garanti" commissariati è, in patria, il fiduciario di questi poteri immobili, dell'intatta stratificazione sociale ereditaria che, anche per ricorrenti "condizionamenti commissariali" internazionali, non è stata intaccata né da guerre perse, né da opposizioni tanto apparentemente decise, quanto impotenti all'atto pratico, succubi com'erano, a loro volta, dei diktat di realtà aliene e incompatibili. Dopo la prima scarpa da ottanta euro, ecco la seconda alle mamme renitenti e appartenenti alla stessa fascia sociale, alla vigilia di nuovi tagli alla sanità, all'istruzione pubblica e all'assistenza, Si favorisce un fenomeno e si abbandonano gli artefici alle conseguenze. Lo stesso si fa con le rinegoziazioni camuffate che comporteranno una diluizione di pesanti sacrifici sociali, alla cui entità, alle cui ricadute ci si abituerà gradualmente ma a cui non si sfuggirà ineluttabilmente. Oggi, lo sciopero delle Unità sindacali di base è riuscito bene ed ha dimostrato quanta sia stata la disillusione dei lavoratori superstiti verso i sindacati politici tradizionali. Domani ci sarà, fuori orario lavorativo e per consentire poche ore di riposo ai partecipanti, la manifestazione nazionale della CGIL, tardivamente resipisciente circa i disastri che in vent'anni ha contribuito a produrrre, pur senza abdicare del tutto alla sua natura di storico sindacato operaio. Sarà un successo, ma autoreferenziale, come quello regionale di giovedì scorso. Il dado è tratto: se si sta in Europa ci si dovrà acconciare alle vessazioni dei funzionari dell'impero neo-guglielmino; se si uscirà o se si sarà buttati fuori, si sconterà un'inflazione superiore almeno del 15% rispetto all'attuale che si abbatterà sempre sugli stessi poveri diavoli, dato che i ricchi, ormai da due anni, hanno messo al sicuro gli accantonamenti. Eppure, per mantenere un equilibrio di mantenimento del potere senza più rappresentanza, un vetusto ma corrivo presidente trascina la sua vecchiaia a garanzia - sempre più nervosa ed instabile - dei rapporti fra le forze movimentiste, secondo un canovaccio che solo il realismo senza principi di un vecchio burocrate del comunismo può giustificargli, perchè di quei principi, se mai li ha coltivati, non esiste più traccia. Come lui stesso ha detto: capita a chi vive troppo a lungo.

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