sabato 18 ottobre 2014

Il movimento dei sindaci pro gay.

Anche il Sindaco di Roma, il Prof. Marino, che ha fatto la pessima scelta di lasciare la sala operatoria per la politica, si è iscritto al partito dei Sindaci trascrittori dei propri concittadini gay che si sono sposati all'estero. Marino è palermitano, ma amministra Roma, capitale d'Italia ospitante il Vaticano, un potere compromissorio e (con)diviso. Apriti cielo: con sicumera ben maggiore di quella del Vescovo di Bologna, ad esempio, la C.E.I. si è scagliata contro l'usurpatore laico e quel poveretto dell'Alfano poltronista ha dato la molla ai prefetti che, dipendendo sontuosamente da lui, hanno mandato un messo accreditato in Comune a sequestrare gli atti. La battaglia è ormai tutta politica e vede contrapposti i cattolici e i machisti di destra e la sinistra ecumenica, le cui uniche facoltà di opposizione si sono ridotte a questi argomenti. E' una contrapposizione su temi labili: quel che conta è il rispetto, imposto per legge e provvisto di pronte ed idonee sanzioni, verso tutte le facoltà volontarie dei cittadini: se ci fosse, se proprio ci tengono, anche i gay o alcuni di loro, potrebbero sposarsi. Si dimostrerebbe che le dinamiche positive, ma anche conflittuali sarebbero quotidiane, a prescindere dalle propensioni sessuali. E' prprio questa normalità che si vuole affermare su un fronte ed impedire sull'altro. E' quindi un tentativo d'inclusione e di controllo. Non è detto che sia un progresso.

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