giovedì 30 ottobre 2014

Precipitati di pura dialettica politica.

Le manganellature che si sono abbattute sulle teste delle prime file dei manifestanti a Torino e a Roma, dove, a prenderle, sono stati sindacalisti di medio calibro, ma anche il segretario della FIOM Maurizio Landini da Reggio Emilia, sono, oltre le strumentalizzaizoni binarie, il sintomo della società autoritaria e priva di facoltà contrattuali nella quale ci troviamo a vivere. Il governo ha deciso di dare una ripassata a quei movimenti - CGIL compresa - che non vogliono intendere che l'unico referente, con il quale non trattare, ma dal quale prendere ordini, è l'esecutivo tedesco, come ha ben sintetizzato Susanna Camusso, rivelando il suo pensiero non manifesto. "Stavano per invadere la stazione Termini", ha detto la polizia insieme ad apparati para-governativi. I manifestanti erano poche decine e stazione Termini non è occupabile da così poche persone, neppure nella galleria che precede i trenta e passa binari. I manifestanti occupatori si sarebbero confusi con l'incessante via vai di grisaglie, informali, mises religiose, indossate da razze varie. Qualcuno, dispersosi lungo le scale delle biglietterie, si sarebbe sentito chiedere: "vuoi fumare?" e, al piano di sotto: "vuoi scopare?". La carica era premeditata e poco importa, semmai, se i manifestanti "scafati" possono averla "sollecitata" con qualche divagazione di percorso. Quando lo scontro si farà duro e, forse ci scapperà il morto, le insinuazioni reciproche saranno spese in ogni occasione, ma la volontà di reprimere il dissenso è certificata. Un dissenso che non è quello spontaneo e disperato dei greci ridotti all'indigenza, ma è quello della CGIL tutta, una fior di organizzazione. Ecco che l'impresentabile ministro-poltronista Angelino Geco Jolie Alfano propone oggi un tavolo per cogestire le manifetsazioni, come se, ufficialmente, il sindacato ( o solo la CGIL? ) potesse arrogarsi questa facoltà e se, in caso di denunciato discostamento dalla corporativa concertazione, fosse lecito bastonare gli astanti. E gli altri pseudo-sindacati, che parte avrebbero in tutto questo? Per parte sua, il transfuga Raffaele Bonanni della CISL, si è messo al sicuro, attribuendosi una pensione da nababbo, dopo tanti anni di affiancamneto alle più retrive politiche di impoverimento della base, casomai di quella operaia o proletaria, mentre quella da lui rappresentata, statali sottopagati, ma senza impegni di lavoro, impiegati in genere, retoricamente convinti di far parte di un'altra categoria, più educata, rispetto ai lavoratori del braccio, gli teneva la parte, come, normalmente, la tiene al padrone. Sarà importante che la CGIL non addivenga ad appeasement dissimulati e, perché questo avvenga, è fondamentale risolvere l'ambigua convenza dei democristiani e dgli ex ( loro malgrado ) comunisti nel PD. Precipitati di pura dialettica politica.

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