mercoledì 29 ottobre 2014

"La mafia non esiste".

Che gli attentati dinamitardi, nel 1993, potessero accompagnare, più che preludere, ad un tentativo di colpo di Stato - secondo le dichiarazione trapelate di Carlo Azeglio Ciampi, all'epoca Presidente - conferma, in maniera inequivocabile, la natura di corpo collaterale, armato e organizzato a latere dei poteri effettvi dello Stato, o meglio, corpo di "bravi" al servizio del borbonismo meridionale nel corpo dello Stato. Le connessioni e le inframmettenze con la massoneria locale, ovviamente collegata con quella interna e internazionale, sono lì a suggerirlo. Che con queste entità reali, non ostili formalmente alle istituzioni, ma in stretta e spregiudizata competizione per condizionarle ed impossessarsene, si tratti e non solo nei periodi in cui non si va proprio d'accordo, è tanto scontato, quanto pervicacemnte negato. Nell'ambito dei numerosi "dichiaranti", qualcuno si ritaglia, in questa o in quella occasione, il ruolo di collaborante-oppositore della mafia e, in circostanze e ricorrenze diverse, di primo colluso con la medesima. Anche questa è mafia.

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