lunedì 27 ottobre 2014

Chi vivrà, vedrà.

Un sindacato in crisi di rappresentanza, va a parlare con il ministro del lavoro e lo trova privo di deleghe a trattare. E' assurdo che un ministro sia inibito alla trattativa nel suo specifico settore: semplicemente: non ha voluto trattare. Le ragioni sono implicite: non può sforare dalla legge di stabilità scritta con la falsa opposizione della BCE, anzi, con essa preconcordata, sforamenti compresi. I sindacati, composti in parte da un vicesegretario generale, da una neo segretaria ( perchè Bonanni se l'è filata senza nemmeno il normale passaggio congressuale? ) e la Camusso in servizio permanente effettivo, unitaria oltre la logica al tavolo delle mancate trattative, insieme all'UGL, già saccheggiata dalla Polverini, poi presidentessa del Lazio, preferita alla bastian contrario Bonino e poi risaccheggiata dal penultimo segretario generale che ha distratto 250.000 euro di fondi sindacali per comperare una casa al figlio. Ci si può presentare in queste condizioni al tavolo e pretendere ancora di essere presi sul serio? In realtà, la parte del buffone di corte è contesa da tutti i protagonisti della sceneggiata, a cominciare da un governo nel quale solo il ministro dell'economia potrebbe dare ombra ad un premier giiullaresco e non esclusi i sindacati, antesignani delle larghe intese incompatibili e tutti sulla difensiva, a conservazione di un magma liquido discendente che sbrodola sugli argini, da tempo abbandonati più che trascurati. Ma in fondo i sindacati stessi e la CGIL medesima, polverizzata al suo interno, non sanno più che pesci pigliare dopo i sistematici cedimenti al realismo di scenario e trascurando i fatti nella loro scabra concretezza. L'unità sindacale è ormai un modo di dire: ognuno concorre per se solo a ritagliarsi una veste informale di vertice e per i vertici della magistratura minore del tribunato della plebe. Per cui, demansionamenti, deinquadramenti e, in prosieguo, salario contrattualizzabile in azienda diventeranno il pane azimo dei lavoratori generici del futuro, mentre chi cerca una qualificazione, quali che siano i suoi titoli formali, in ambiti fino ad oggi tutelati dalla categorialità, troverà a sostituirli sale vuote, computer touch screen ed IPad, sui quali gli avventori potranno scegliere il "prodotto" che vorranno. Di quale professionalità che non sia quella di un indossatore di talk show si vestiranno? Quella che già gli ritagliano facendogli vender fandonie, si dirà. Fantascienza, fantasia? Chi vivrà, vedrà.

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