giovedì 16 ottobre 2014

Rane che si credono buoi e buoi che danno del cornuto agli asini.

Le borse calano perché i grossi investitori realizzano, non per colpa ( questo concetto insuperabile anche per i pseudo-analisti finanziari ) della povera Grecia, accusata per la sua miseria e non, semmai, per la sua corruzione che è gonfia come un derivato, rispetto alla sua dimensione ed entità economica. Le borse calano perchè gli speculatori non si fanno incantare dalle fanfaronate di Matteo Renzie e colgono l'occasione di farsi tondi - come si dice in Toscana - sulle prospettive indotte dalla demenziale politica dell'annuncio. Le borse scontano, infatti, prima gli eventi e li sfruttano per ricoprirsi quando si verificano. A quando qualche intemerata contro il borsismo, qualche argomentazione compensatoria teorica? La Merkel oggi, a Milano in occasione di un meeting Europa-Asia ha profferito il suo semplice mantra: la ripresa si coniuga con il rigore, la vostra ripresa, mentre Matteuccio da Firenze ha parlato delle sinergie culturali con gli asiatici, senza entrare nel merito di quel che dice. Le borse calano perché gli speculatori - che altro non sono che il mercato - le deprimono, macellando il parco buoi che è stato attratto nel recinto, mentre fuori crescono infinite mandrie di riserva, come i lavoratori flessibili. Se questo è il mercato - ed è questo - tutti ne sono soggetti in questo tipo di società, ma, fra speculatori sono destinati ad intendersi. Politici e banditori hanno ruoli interscambiabili, se parlano è per quel simulacro di democrazia che porta le masse, che confluiscono su "idee forza", ma raziocinando ed autoconfermandosi le razionalizzazioni, pensano di essere originali, ad approvarne maggioritariamente gli atti, ora sulla base dei miraggi ora sulla base delle correzioni ottiche ai miraggi, senza che la loro realtà ne risulti influenzata. Intanto, la legge di stabilità destabilizza le Regioni, soprattutto quelle use a fornire un'assistenza vera. Quelle ultraclientelari e civilmente depresse potranno continuare a spartirsi i cespiti ed a favorire gli amici degli amici. Come in Grecia, a proposito, lo strappo più ingiusto, doloroso e incivile, riguarderà la sanità pubblica. Che dice Renzie: provocatori. Che altro saprebbe dire? Il bue che dà del cornuto all'asino

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