venerdì 24 ottobre 2014

La filodrammatica italia.

Non si era ancora visto un presidente rotatorio di un'Unione, prendere rabbuffi dai suoi ragionieri e opporre un progetto implicito di rottamazione europea. L'unico elemento buono è la pubblicazione dell'intimazione ricevuta, pure se è stata strumentale alla sceneggiata; Berlusconi fece invece fagotto e lasciò il governo in mano al primo che sarebbe passato: non c'è pià stato un presidente eletto.Il minuto dosaggio percentuale sul rientro programmato e dilazionato prelude - come logico - a rimandate, proprozionali stangate, mentre già da ora, per uno striminzito 0,30% in più di rientro, scontato il bonus per l'incremento demografico della nazione, si prevedono tagli alla salute e all'istruzione. Una spesa previdenziale evitata o ridotta in durata e un'istruzione in gran parte privatizzata secondo il censo degli studenti. Ma se il buffonesco Buffalmacco non viene disarcionato su due piedi è perché la maggioranza dei membri dell'Unione, non si fidano di lui, paventano i fondamentali dell'Italia, ma ritengono che il giovanotto stia facendo bene il suo compito e che qualche trascinamento, comportante mora, possa essere contemplato. Tanto saranno gli italiani a pagarne le conseguenza e, per scelta ripetuta, che appare come un destino, soprattutto le classi popolari, perché le classi facoltose, sempre timorose del bene più prezioso, hanno già dimostrato tutta la loro sfiducia e messo al sicuro i capitali. Insomma, non è vero che il gattopardismo indigeno sia incomprensibile agli stranieri: hanno invece capito che tutto deve restare come prima perchè i loro voleri siano esauditi.

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