martedì 28 ottobre 2014

La società gassosa e quella solida, dalla sublimazione della società liquida.

La depersonalizzazione del lavoro - la spersonalizzazione ne è sempre stato un connotato ( vedi l'alienazione di cui parlava Marx, susseguente all'espropriazione dei mezzi di produzione ) - farà presto giustizia della ripersonalizzazione magica attribuita al lavoro, "dei nostri professionisti" dai pifferai aziendali. L'ingegneria semplificatoria e apportatrice di risparmi, ha già apprestato gli strumenti con i quali giocare da sé soli con le opzioni disponibili di acquisto. Non è forse, a 360°, una società di venditori, gli ultimi venditori porta a porta? Prossimamente - in parte già lo è - diventerà una società giovane di piazzisti e una, in declino, di badanti dei rincoglioniti con sostanze. Infine, il just in time, da accettare o rifiutare senza impegno ( ma qualcuno lo pretenderà e selezionerà i "chiamati" al suo servizio ) nel mondo deresponsabilizzato prossimo venturo. Il passaggio sarà inavvertito: la memoria storica latita. Resterà, inizialmente, il lamento per la condizione avvertita rispetto a quella della famiglie d'origine e non in tutti i casi. Il privilegio si conserverà, ma sarà più friabile, a sua volta competitivo e non terrà conto delle gerarchie familiari, se codeste non saranno in grado di barricarvisi. La società liquida sfumerà in quella gassosa. Non tratto con i sindacati: quel tempo è finito. Così Matteo Renzie, che non è stato originale. E' stato solo il sequel della pluridecennale ripulsa delle direzioni del personale aziendali alle trattative in loco con le rappresentanze sindacali, demandate alle Sas di complesso, intendendosi le Segreterie sindacali di Gruppo ( quando c'era, altrimenti "nisba" ). D'ora in avanti risulterà "paradossale" trattare col sindacato sul tema del lavoro, come è paradossale sostenere che "se vogliono fare le leggi devono farsi eleggere" detto dal terzo non eletto al Governo e "le leggi si discutono in Parlamento" constatato il suicidio assistito senza dibattito autentico del Senato. Insomma: sappiano i sindacati che la "codeterminazione" è finita, ( non sarebbe affatto un male ) lo vuole l'Europa ( non detto ) di cui io me ne frego ( le potenze pluto-massoniche ) ecc. La Corte d'assise di Palermo è entrata al Quirinale alla 10 per interrogare il Capo dello Stato. Nonostante fosse stata allestita una sala stampa, l'ex palazzo dei Papi non ha fornito il supporto tecnico per attivare i collegamenti e, quindi, l'opinione pubblica dovrà accontentarsi delle ricostruzioni e delle fughe di notizie a posteriori. Extra omnes; i fantasmi del passato ne saranno stati consolati e rinfrancati. La deposizione avverrà nella "Sala oscura" una camerone senza finestre, probabilmente isolato da quei tecnici che non hanno avuto il tempo di allestire gli strumenti per la video-conferenza. Napolitano sarà interrogato anche dall'avvocato di Titò Riina, che, a termini di procedura avrebbe avuto il diritto di assistere all'audizione trasformata in udienza; non è colpa sua se lo Stato è sospettato di aver trattato ( per l'ennesima volta con la mafia, potere reale ). L'avvocatura dei funzionari collusi o meglio, usi a obbedir tacendo e tacendo a morir, potrà controinterrogarlo. Ai giudici interpretare e cogliere il gioco di sponda. A novant'anni, Napolitano non è certo l'unico a dover rispondere delle collusioni storiche con la criminalità e le gerarchie borboniche che la sostengono fuori scena, ma gli è demandata, dopo la distruzione delle registrazioni delle telefonate con il ministro degli interni Mancino, da lui provocata. la difesa, lo schermo verso tutti gli apparati dello Stato oinvolti e partecipi. Che altro è la mafia in ogni sua espressione di vertice? La Corte di Palermo, privata di una vita normale dal suo lavoro che l'ha portata a contrastare la mafia nella sua capitale, oppone ai distinguo, si sofismi istituzionali e non, alle fumisterie, una blindata ed innaturale ( per la natura perversa di certe realtà ) solidità muraria, quella delle tavole della legge. Speriamo che non frani anche quella.

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