mercoledì 31 dicembre 2014

Slalom.

Si chiude l'anno con il jobs act e l'abolizione del Senato della Repubblica che, dalle prossime "consultazioni", non sarà più eletto. L'anno nuovo si apre all'insegna della precarietà, meglio ancora, della cercata precarizzazione. Dopo mille aggiustamenti, condotti di concerto con i sindacati, la sinistra ha inferto il colpo di maglio ai diritti dei lavoratori senza memoria che verranno. Avranno pochi soldi in tasca e molto tempo libero. Diventata insignificante, la politica si è fatta prepotente, di una prepotenza basata sul demando di potentati burocratici alieni. La politica, non la burocrazia che ne è strumento, si è alleata con la parte vincente e spera di poter blandire il popolo con curiale ipocrisia, suscitandone la rassegnazione. Sul piano internazionale, ci acconciamo, come sempre, come comprimari opportunisti. Su questa base, una classe politica che si farà eleggere a cose fatte, fonda i suoi obiettivi personali di lungo termine. Roberto Saviano ha proposto un suo contro discorso di fine anno, di denuncia delle omissioni e d'auspicio perché la parola sia resa alle periferie degradate del mondo, a cominciare da quelle di casa nostra. Un francescanesimo, non gesuitico - spero - il suo e pertanto destinato alla pura testimonianza verbale. L'altro si fonda comunque su di un potere. Condannato a morte, in corpore vivo, dalla camorra, matura e poi invecchierà in solitudine, circondato, notte e giorno, dalle sue guardie del corpo - i suoi apostoli silenti - che, di tempo in tempo, si danno il cambio. Le feste di fine anno si svolgeranno, in molti casi, all'insegna dell'improvvisazione, in qualche dimora di campagna, in provincia, dove, per mancanza di manutenzione, in seguito al disuso, si annuncia qualche incoveniente. Sono ancora in possesso dei proprietari perché i prezzi di vendita sono troppo depressi e non se ne vorrebbero, speculativamente, - non si tratta di non potere -, sostenere gli oneri. In queste ville, ridotte e fantasmatici casolari, le condutture dell'acqua, mai utilizzate, si sono ghiacciate al primo freddo. I caminetti e le danze mitigheranno i brividi, i giardini ghiacciati ospiteranno le deiezioni. Oggi, ghiaccio sui bollenti spiriti, domani una bella infreddatura, al risveglio. I ragazzi continuano a svagarsi così, come facevano i loro genitori, a lor tempo, secondo una fretta e un'insofferenza che, se non erano accompagnati dal benessere e da ormonali compensazioni, da materiali supporti, declinavano nelle prime malinconie esistenziali, salvo poi avvertirle ugualmente, se e quando solo a questi ci si limitava e non si trovava altro, nelle e fra le pur necessarie compagnie. La propria impronta riemerge comunque, di tanto in tanto, in ogni pur mutato contesto. Sono quindi convinto che, per ciascuno, la propria condizione esistenziale, vitalistica e prospettica, si replichi, rammentatrice, ma solo per chi può osservarla, distanziandosene, nell'ansia festosa di un futuro prevedibile, ma, finchè possibile, rimosso.

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