sabato 20 dicembre 2014

Sur les quais de la Seine.

La letteratura di Patrik Modiano, ennesimo premio Nobel letterario della Francia esistenzialista, contiene e illustra esclusivamente dei rimandi maturi della vita dei personaggi, verso una nebbiosa origine, nella quale avvertire - non ricercare, perché l'introspezione manca, è subito oggetto di rinuncia - la genesi delle paure e delle incertezze che collegano e intersecano le esistenze di persone, che per questa affinità inconscia, si trovano e si sedimentano nei reciproci rapporti, ma come in una fascia mediana, di incomprensione, di ricerca, che sa di non avere possibilità di approfondimento eppure di comunanza. Cercare nelle origini di Modiano i prodromi, gli archetipi della sua letteratura, è un processo tanto scontato, quanto improduttivo. Modiano ha dalla sua una storia familiare, nella quale il padre, ebreo di origine italiana, per salvare la buccia e per barcamenarsi durante l'occupazione nazista ed il governo lepainista, condusse un'ambigua e, a sua volta inaccertabile e, quindi, neppur certa collaborazione con gli occupanti e i loro manutengoli. Nell'opera di Modiano le esistenze sono parallele, diacroniche, venate di paure; Il nemico, il persecutore si è rivelato almeno una volta, ma di quella volta gli elementi sono rimossi. Potrebbe però riappalesarsi, perchè la nostra vita, etologicamente e, per noi umani, culturalmente, si accompagna, senza riconoscerlo, con ogni potenziale nemico, da temere, alla luce di un'esperienza remota, di una condizione pericolosa e periclitante, di una solo ipotesi suggestionante che può improvvisamente diventare reale. Si tratta forse di una sensazione illuminante e terrificante, screziata dalla luce fioca dei primordi; si accompagna alle finzioni ed alle ostentazioni, alle insinuazioni della vita di relazione. Le opere restano incompiute, il timore inibitorio di una forza preponderante, subdola e malefica, ma dissimulata, determina le vite. Non si tratta di una modello politico dittatoriale, di un sistema ideologico mortificante, di un obiettivo competitivo e alieno, del demonio al potere e che aleggia sul mondo. E' l'ambiguità di esistenze non ben definite, di stati sociali e professionali vaghi e forse estranei all'identità interiore. Così come è certamente la conferma di una scuola narrativa che dal cinema alla letteratura, al teatro ha fatto scuola e che corrisponde, nelle latebre del profondo, alle nebbie urbane e di paese. Non lo conoscevo. E' un ottimo scrittore, statico ed evanescente come tutta la migliore arte espressiva francese.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti