martedì 16 dicembre 2014

Tragedie e buffonate.

In Pakistan, dove non si celebra il Natale, se non nella forma dell'omaggio coranico ad un Profeta, Gesù, che Maometto ha inserito nel Pantheon della sua scopiazzata dottrina, tratta dai primi quattro libri dell'Antico Testamento ebraico, si è consumato un altro atto della lotta fra le fazioni dei fondamentalisti, per catalizzare, con la scusa della lotta all'occidente,la guida del movimento dei potenziali kamikaze. Nella ricorrenza della nascita del Profeta minore Gesù, si pratica una sorta di appropriazione del contributo alla "testimonianza" dei Santi del cattolicesimo, una specie di conformismo di costume ai buoni canoni del Corano. Vigono anche nelle cerimonie sociali delle classi economiche dominanti e delle loro false adesioni all'oggettività del ben pensare. Gli islamisti lamentano che anche i loro bambini, anche le loro famiglie, sono distrutte dall'esercito filo-occientale ( con molte crepe anche negli alti vertici ), che li controlla e li reprime e io penso che dicano il vero. L'episodio, comunque incivile, come incivile deve essere la repressione nei loro confronti, è una replica dell'eccidio di Beslan in Russia, all'apertura dell'anno scolastico e assomiglia alla "rappresentazione" tragica dei Ceceni in un teatro moscovita. Sul piano della verità "accertata", hanno ragione gli "ortodossi"; sul piano della "giustizia", le ingiustizie si equivalgono, ma, senza la reazione salica, la ritorsione, sarebbero a senso unico, contro chi si opponesse solo con la forza della parola o con l'azione mirata, politicamente incisiva. Ma, in quei contesti e, al livello delle primitive sensibilità sociali, anche in ogni altro, l'occhio per occhio, non risparmia neppure i futuri nemici e li uccide nella culla. Il pampa-Papa, scrive Beppe Grillo, ha ricevuto Balotelli, ma si è rifiutato per due volte di ricevere il Dalai Lama, che ha invece accettato di incontrare il comico genovese. E' stata una decisione gesuitica. Sono d'accordo con lui. Questo Papa è ambiguo, show-men, come il Santo subito. Napolitano non è un santo, ma un politico realista, tanto realista da mettere la sordina alle minoranze e a sostenere un governicchio di pura subordinazione ai poteri brussellesi. Dopo l'ossequio all'Unione sovietica, il "servabo" all'europa dei ragionieri, un'altra forma insensibile di dittatura. La Corte di gisutiza del Kerala, in India, ha rigettato le "ragioni" dei due Rambo di marina e ha fatto bene. Il Presidente delle larghe intese è contrariato, i Marò soffrono con "italiana dignità". Resta il fatto che hanno fatto il tiro a segno su di una bagnarola di pescatori disarmati e che la "dignità" è l'ultima risorsa che gli è rimasta per l'irrilevanza politica dell'Italia e sulla prevalenza dei contratti su principi sbandierati e non creduti.

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